Nuova missione bresciana per Croce Bianca e Rotary verso l’Ucraina

Due ambulanze e un furgone verso Leopoli. Nel carico le protesi low cost di Fracassi
Una parte del team che è partito ieri notte - © www.giornaledibrescia.it
Una parte del team che è partito ieri notte - © www.giornaledibrescia.it
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Mentre state leggendo due ambulanze e un furgone partiti nella notte da Brescia si stanno dirigendo verso Leopoli. La missione è targata Croce Bianca e Rotary distretto 2050 e porta, oltre ai due mezzi donati dai due sodalizi, indispensabili per soccorrere e curare i feriti di una guerra assurda, generatori di corrente elettrica, scaldotti, medicinali, abbigliamento, cibo e cioccolata. Sì, cioccolata, un bene introvabile, ma ricercato che fornisce energia. E i nostri volontari, capito quanto sia gradito e quanto faccia bene al fisico e allo spirito, non partono mai senza un bel carico.

«È il sedicesimo viaggio che faccio in Ucraina - ci racconta Patrizio Campana del Rotary - e in tutto ho portato circa 150 tonnellate di prodotti umanitari. In questi viaggi si sono alternati una cinquantina di volontari dato che si parte sempre in due autisti per mezzo e ogni missione riesce a raccogliere almeno 3 veicoli».

In 11 mesi di guerra è stato inviato di tutto, arrivato da ogni parte della provincia. A fare il punto del 2022 è la Croce Bianca proprio alla vigilia di questo nuovo viaggio: «Hanno donato privati, aziende, scuole, oratori e associazioni - spiega la presidente di Croce Bianca Umberta Salvadego -. Sono arrivati tanti fondi con i quali abbiamo acquistato materiale sanitario e kit che hanno aiutato le missioni della dottoressa Bertolotti, siamo andati a prendere persone al confine e finanziato viaggi».

I numeri sono da capogiro: sono stati raccolti più di 136mila euro, di cui 50mila già spesi, 30 metri cubi di vestiti, 175 bancali e 69 quintali di cibo, tra i quali 12 sanitario, 35 metri cubi di materiale sanitario, 13 barelle, 12 quintali di alimenti, attrezzatura per una sala operatoria completa o serramenti in legno. E molto altro. I bresciani, come sempre, hanno confermato di avere un grande cuore e di essere veloci e efficaci durante un’emergenza. Ora però, dopo quasi un anno, gli interventi sono cambiati.

«Prima mandavamo qualunque cosa - continua Umberta Salvadego - ora invece cerchiamo di essere più precisi, raccogliamo richieste e interveniamo». «Dopo 15 viaggi - aggiunge Campana - ho una rete che mi presenta ogni settimana una lista con richieste ben precise: ultimamente servono generatori, power bank, intimo caldo per i feriti e alcuni cibi».

E aggiunge: «Un prete ortodosso una volta mi ha detto che è più importante vederci lì che quel che portiamo. Dà loro fiducia, non li fa sentire abbandonati». «Con gli 85mila euro del nostro fondo rimasti - aggiunge Salvadego - vorrei fare qualcosa che resta all’Ucraina. Mi piacerebbe finanziare il progetto legato alle protesi low di Cristian Fracassi. Stiamo valutando dei progetti e individuando un luogo adatto: siamo disposi a ristrutturare un reparto di un ospedale o crearne uno da campo». E non a caso nel carico che sta viaggiando verso Leopoli in queste ore ci sono anche 5 protesi: «Verranno valutate e testate. Poi verrà fatta la formazione ai medici. Se tutto andrà bene ne abbiamo già pronte un centinaio». La rete bresciana è sempre aperta a chi vuole donare fondi, materiali oppure partecipare alle missioni come autista. Per informazioni e aiuti è possibile mandare una mail a brescia.ucraina2022@gmail.com.

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