«Nelle mense scolastiche tornerà la brocca»

Per l’assessore Scalvini, dati alla mano, non serve più l’acqua in bottiglia
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Le bottigliette dell’acqua a scuola hanno le ore contate. Esami alla mano, l'altra sera alla scuola Bettinsoli, nell’ambito di un incontro del coordinamento Sos Scuola, l’assessore Felice Scalvini ha provato ad andare sopra le «ansie genitoriali», affermando che «questa stagione volge al declino; con i dati che abbiamo molto presto risolveremo la questione prevedendo l’uso esclusivo dell’acqua del rubinetto nelle mense».

I dati cui fa riferimento Scalvini li aveva sciorinati poco prima Mario Tomasoni, responsabile Ciclo idrico di A2A, parlando del progetto avviato a giugno di abbattimento del cromo esavalente tramite l’emissione di solfato ferroso. Sono otto i pozzi in cui è stato avviato il trattamento (5 in via Grazzine, 2 a San Donino e uno al Villaggio Sereno), ovvero quelli di maggiore produzione, da sommare ai dieci dove il cromo non è presente (rilevazione del 29 settembre) su 26 punti rete campionati, con valori pari a due o inferiori microgrammi al litro, mentre gli altri ne hanno fino a un massimo di 3,7. «Eseguiamo rilevazioni settimanali - ha specificato - e dal 9 settembre per 4 analisi consecutive non è mai stata rilevata una presenza di cromo superiore a 5 microgrammi litro, ben al di sotto dei valori di legge».

Guido Menapace del comitato Sos Terra, oltre a spiegazioni sul ritorno delle «brocche» a scuola, ha chiesto ragioni anche sul modulo che i genitori hanno dovuto compilare per autorizzare i loro figli a portare la bottiglietta d’acqua sigillata in mensa. A rispondere è stato sempre Scalvini: «Sono le logiche della burocrazia scolastica, di meglio non siamo riusciti a ideare che una dichiarazione che solleva dalla responsabilità chi deve controllare il confezionamento del cibo». 

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