Nella app Immuni c’è anche la firma di un ingegnere bresciano

Si chiama Valerio Volpe, ha trent’anni ed è specializzato in informatica.
L’ingegner Valerio Volpe ha contribuito allo sviluppo di Immuni
L’ingegner Valerio Volpe ha contribuito allo sviluppo di Immuni
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Problemi di privacy. Ma soprattutto problemi di corretta comunicazione. L’app Immuni, il sistema che sarà utilizzato nelle prossime settimane per il tracciamento del contagio, ha creato dubbi e timori. Molti cittadini hanno espresso il loro parere negativo nei confronti dell’applicazione per paura di vedere violata la loro privacy. Il dubbio è lecito e nasce da una spiegazione dell’applicazione lacunosa. Immuni funzionerà attraverso bluetooth, un metodo per trasmettere dati senza fili che non ha nulla a che vedere con il gps che, invece, può tracciare la posizione di chi lo utilizza in tempo reale. I dati di chi scaricherà e utilizzerà Immuni rimarranno anonimi.

Dal telefono della persona risultata positiva al Covid, partirà una segnalazione ai cellulari di coloro che con questa sono venuti in contatto, senza scambio di nomi e numeri di telefono. Provvederà a tutto la app: attraverso il codice consegnato all’utente dal proprio medico di base, e ad una serie di algoritmi, rintraccerà i dispositivi che si sono allacciati a quello della persona contagiata. Il tutto in maniera anonima. A sviluppare l’applicazione sta provvedendo l’azienda milanese Bending Spoons con un gruppo di giovani, fra i quali alcuni ingegneri bresciani.

Valerio Volpe è uno di questi: trent’anni, laureato in ingegneria informatica all’Università di Brescia, in azienda dal 2016. «Bending Spoons ha un team eccezionale - racconta Valerio - . Lavorare insieme è sempre un piacere e mi motiva ogni giorno a dare il meglio di me». L’alchimia che si è creata all’interno del gruppo è alla base anche del progetto Immuni, avventura alla quale l’azienda milanese lavora da tempi non sospetti.

«Ci siamo messi all’opera su un’app che aiutasse a contrastare il coronavirus ben prima del bando ministeriale - ha raccontato Volpe -, prendendo esempio da quanto fatto in altri paesi. È normale che se per lavoro fai app, in questa situazione, l’unica cosa che ti chiedi è come poter essere utile. Noi siamo sinceramente convinti che il prodotto sul quale abbiamo lavorato possa essere di grande aiuto, abbiamo fatto del nostro meglio. Posso confermare che l’app non prevede l’utilizzo di Gps e che il team ha lavorato per assicurare il meglio in termini di standard in materia di privacy».

L’efficacia di Immuni sarà determinata dal numero di persone che la scaricheranno, ma anche dai tamponi che, nell’imminente fase 2, saranno somministrati ai pazienti sintomatici. Senza tamponi la app è inutile.

 

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