Nel Bresciano 4.700 profughi dall'Ucraina: «Ospitalità certa»

Il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà ha incontrato una ventina di sindaci a Montichiari e ha fatto il punto della situazione accoglienza
Un bimbo con la mamma fuggiti dall'Ucraina e accolti dalla Croce rossa di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un bimbo con la mamma fuggiti dall'Ucraina e accolti dalla Croce rossa di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà ha convocato i sindaci della pianura orientale a Montichiari. La finalità era raccogliere perplessità o domande legate alla tenuta territoriale dell’accoglienza dei profughi ucraini, confrontarsi e illustrare le possibilità di una convenzione Prefettura-Comune per i corrispettivi dei servizi.

La riunione si è svolta ieri pomeriggio negli spazi del Centro fiera, su disponibilità del sindaco Marco Togni e del polo fieristico. Tale incontro, a cui hanno partecipato una ventina di sindaci, è solo uno fra quelli concretizzati nelle varie zone della provincia; l’ultimo, da quanto appreso, è in programma sempre questa settimana in Franciacorta.

Contestualmente, è emerso il quadro attuale bresciano della situazione: sarebbero circa 4700 i profughi presenti e circa 300 sarebbero quelli che hanno segnalato di essere in una situazione di accoglienza provvisoria, non stabile. Ad ogni modo anche per le situazioni di accoglienza più incerte e provvisorie, la Prefettura assicura soluzioni di ospitalità.

Per quanto riguarda le perplessità emerse nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio, sono ben riassunte dagli interrogativi che ha posto il sindaco di casa. «Naturalmente sono favorevole all’accoglienza, ma non posso non nutrire preoccupazioni legate ai bilanci dei Comuni e ho domandato al Prefetto che si faccia interprete presso il Ministero dell’Interno e il Governo di tali preoccupazioni - ha dichiarati Togni -. Ho chiesto se c’è una previsione, in termini numerici, sui flussi di persone: al momento, no. Di conseguenza, se le eventuali convenzioni durano fino allo stato di emergenza, quindi fino al 31 dicembre, ho chiesto cosa accadrà dopo e cosa accadrà se le persone giunte fossero impossibilitate a fare rientro, visto che la guerra distrugge i loro territori: lo Stato - ha concluso il sindaco di Montichiari - deve dare, anche in prospettiva, garanzie di sostegno ai Comuni, i cui bilanci non possono farsi carico di questo».

Dalla Prefettura viene evidenziato come il quadro, anche burocratico, sia in evoluzione, ma si stia delineando. E si guarda anche all’inserimento lavorativo tramite progetti di aziende o realtà che si sono fatte avanti.

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