Natale (a casa) con i tuoi: 95 euro a famiglia per imbandire la tavola aiutati dalle gastronomie
Natale con i tuoi, per lo più tra le mura domestiche, con le gambe sotto il tavolo, a gustare antipasti a volontà, bolliti, arrosti e fritti preparati dalla cuoca di casa nel rigoroso rispetto delle ricette della tradizione o... dalla gastronomia di fiducia. Per i bresciani quest’anno va così: una ricerca di Coldiretti/Ixè stima che spenderanno, come in tutto il Nord Ovest, 95 euro a famiglia (quella media formata per l’Istat da 2,3 componenti) per imbandire la tavola e deliziare i palati. Un po’ meno dei parenti del Sud (123 euro) e del Centro Italia (109 euro).
Chi lavora e chi no
I ristoranti aperti, però, non faranno la fame. Le prenotazioni, iniziate un po’ in ritardo forse per via dell’influenza che ha messo in stand-by i programmi di molte famiglie, in questi giorni stanno fioccando in abbondanza e tanti locali sono già sold out. Lo conferma Francesco Giordano, presidente dell’Arthob (Associazione ristoranti, trattorie, hostarie bresciane) nonché titolare della Serenella di Brescia: «Chi tiene aperto lavorerà bene, in linea con i risultati di questo buon 2022. Il 20% dei locali, però, a Natale rimarrà chiuso o farà solo asporto essenzialmente per due motivi: la forte pressione quotidiana data dalla grave carenza di personale e dai costi alle stelle impone di prendere una pausa; la pandemia, inoltre, ha fatto apprezzare a tutti ancora di più la bellezza e l’importanza di trascorrere del tempo prezioso con i propri cari. Anche noi, alla Serenella, quindi non lavoreremo: sarà il primo Natale dopo 23 anni di attività».
Secondo l’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio in Italia un locale su tre rimarrà chiuso e i 77mila in piena attività accoglieranno 5 milioni di persone che spenderanno 350 milioni di euro per menù all inclusive da 70 euro in media a testa. Stringendo il focus sulla nostra provincia e allargandolo a tutte le feste Confcommercio stima un giro d’affari nei ristoranti da 60,5 milioni di euro, oltre 20 milioni in più rispetto al 2021.
Piatti pronti
Se i più stanno a casa gioiscono supermercati, botteghe e gastronomie. Ne sa qualcosa Marco Dodesini di «Gusto - gastronomia pret a manger»: «Siamo stati sommersi dagli ordini: per Natale siamo sold out. Hanno prenotato un po’ di tutto: pesce crudo e cotto, panettoni e verdure. Segno del desiderio di lasciarsi per un giorno coccolare facendo il minimo sforzo possibile ai fornelli». A ruba stanno andando anche i piatti di Delia (tartare di ricciola, casoncelli, manzo all’olio e polenta di storo): lo fa sapere Alberto Gipponi, titolare anche del ristorante Dina, a Gussago, che rimarrà comunque aperto con il menù di ogni giorno «perché non mi sembrava corretto proporne un altro apportando, come spesso accade in queste occasioni, dei rincari».
Alessandro Lanzani sta lavorando bene sia con la bottega-gastronomia, sia con il Laboratorio di via Milano (dove «il 70% dei posti per Natale e Capodanno è già occupato): «Richiestissimi sono i prodotti della tradizione come il cotechino e lo zampone (già finito) e i piatti pronti sottovuoto da rigenerare in acqua calda. Li avevamo ideati durante il primo lockdown e li continuiamo a proporre anche in ottica anti-spreco. Si va dal cappone al guancialino, dai polipetti alla Luciana all’arrotolato di vitello».
In media, si diceva, i bresciani spenderanno 95 euro a famiglia, gli italiani 106, cifra che scende a 30 euro per il 6%, che oscilla tra i 30 e i 50 euro per il 16% e supera i 300 euro per il 2%. La tavola, rispetto all’anno scorso sarà più affollata: la media è di 8 commensali, contro i 7 del 2021 e i 4 del 2020. I piatti si riempiranno di bolliti, arrosti e fritti, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche, oltre ai dolci regionali, al panettone (nel 78% delle case italiane) e al pandoro (74%).
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