«Movida in Piazzale Arnaldo? Tornassi indietro non riaprirei»

Domani è previsto il comitato per l’Ordine e sicurezza pubblica. Il prefetto Visconti: «Mi aspettavo un comportamento diverso dai bresciani»
MOVIDA, VERTICE RIMANDATO
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Alla vigilia del comitato per l’Ordine e sicurezza pubblica che domani alle 9 stabilirà le nuove regole della movida bresciana, destinata al contingentamento delle presenze nelle piazze e nelle vie cittadine dei locali, si assiste al più classico degli scaricabarile sulle responsabilità rispetto a quanto accaduto venerdì sera in Piazzale Arnaldo. Chi c’era e che, pirlo alla mano, non ha rispettato le distanze e non ha indossato le mascherine è già stato giustamente contestato, così come i gestori dei locali che ieri hanno provato a riordinare le idee.

«Ma tutto questo non poteva essere evitato con maggiori controlli?» si chiede la gente. L’assessore regionale della Lega Fabio Rolfi attacca l’amministrazione targata Del Bono e il Pd prende le difese del sindaco ricordando che «le materie di pubblica sicurezza competono ad altre istituzioni». La Polizia locale, che venerdì ha avuto tra i suoi uomini due agenti feriti da un automobilista ubriaco in fuga proprio dalla zona della movida, nel corso della serata, riferiscono fonti interne, ha più volte chiesto l’appoggio di altre pattuglie di Polizia e Carabinieri sentendosi rispondere che in quel momento le pattuglie erano impegnate altrove. Il questore Leopoldo Laricchia preferisce aspettare il tavolo in Prefettura di oggi prima di esprimersi. «Pensavamo di poter aver la situazione sotto controllo perché mai ci saremmo aspettati una risposta così dai bresciani» dice il prefetto Attilio Visconti.

Prefetto, lei ha duramente attaccato chi era in piazza venerdì sera, ma a freddo si può dire che qualcosa non ha funzionato anche sotto il profilo della pubblica sicurezza?
«Il questore aveva predisposto un’ordinanza meticolosa che io ho emesso e che prevedeva la presenza di 13 pattuglie venerdì sera in Piazzale Arnaldo. Pensavamo fossero sufficienti perché ci aspettavamo che i bresciani avessero un comportamento diverso solo per il fatto che i morti e i contagi che ci sono stati qui non si sono registrati da nessuna altra parte».

Ma queste 13 pattuglie erano effettivamente presenti?
«Questo non lo so perché io non c’ero, confido che ci fossero. So che alcune si sono allontanate perché coinvolte in altre situazioni, ma non ritengo ci fossero pochi agenti. Io promuovo a pieni voti le forze dell’ordine mentre continuo a bocciare chi era in piazza. La prevenzione è stata fatta visto che i numeri dicono che siamo la città con più controlli effettuati in questa emergenza. Perché mai avremmo dovuto mollare proprio la prima sera di riapertura della movida?».

Quindi potesse tornare indietro non cambierebbe nulla?
«Una cosa di sicuro. Non farei aprire la piazza al sindaco Del Bono, ma ripeto che non mi aspettavo che i bresciani non usassero la testa. E anche se avessimo avuto il doppio degli agenti, davanti a tremila giovani cosa sarebbe cambiato? Nulla. La gente non è stata prudente dopo mesi con le sirene di ambulanze ogni notte, dopo aver saputo di decessi e di amici e parenti intubati. Non volevamo costringere i bresciani a stare fuori dalla piazza perchè voleva dire obbligare tutti ad un nuovo sacrificio. Oggi, vedendo quanto accaduto, dico che invece la piazza non era da aprire».

Il tema dei giovani. Dalle immagini e le foto di venerdì sera si vedono anche molti trentenni e quarantenni, gente che dovrebbe avere raggiunto da un pezzo la maturità…
«C’erano persone tra i 20 e i 40 anni è vero. La movida bresciana è eterogenea in termini di età. Ma la valutazione non cambia. Chi c’era ha avuto un comportamento assurdo. Mi aspettavo che dopo quanto vissuto a Brescia negli ultimi tre mesi, sarebbero stati gli stessi ragazzi a autocontrollarsi e garantire il rispetto delle regole. Ora quindi si cambia». Come sarà la movida quindi da questo fine settimana? «Oggi lo decidiamo, ma posso anticipare che gli ingressi saranno contingentati. E tutti dovranno partecipare alla riuscita. Frequentatori della movida, gestori dei locali, forze dell’ordine e Comune».

 

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