Motorismo storico bresciano in lutto: addio a Renato Poinelli

Uno degli ultimi «filettatore a mano» delle vecchie glorie su due e quattro ruote, è morto ieri a 73 anni. Lunedì i funerali
  • Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
    Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
  • Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
    Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
  • Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
    Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
  • Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
    Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
  • Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
    Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
  • Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
    Al lavoro: Renato Poinelli nel suo laboratorio
AA

Il mondo del motorismo storico piange la scomparsa dell’artigiano bresciano Renato Poinelli. 73 anni, da sempre abile verniciatore di veicoli storici e per tanti decenni uno degli ultimi «filettatore a mano» delle vecchie glorie su due e quattro ruote, Poinelli è morto ieri, sabato a seguito di una lunga malattia. Era una persona riservata e di poche parole, ma era amabile ed educata. Un vero signore di altri tempi. Il suo tratto era l'eleganza e lo stile corretto con cui da sempre agiva. Era solare e riflessivo, sempre pronto ad assecondare gli appassionati. Aveva un suo laboratorio in via Codignole, in città, che poi vendette in vista della meritata pensione nel 2011.

Poinelli soleva dire che nel mondo delle moto storiche ci sono delle cose che non tramonteranno mai. «Per la Moto Guzzi c’è la filettatura che ha questo sapore di valore di altri tempi. Le Moto Guzzi più antiche, sino agli anni Cinquanta, per capirci, hanno questa caratteristica, croce e delizia di ogni appassionato e di ogni carrozziere. Già perché se bene e male tutti possono affrontare una verniciatura e il restauro di una motocicletta, il tema dei filetti neri e dorati resta un incubo».

Secondo Poinelli «la poesia della pennellata, tracciata e ripresa nella sua minima incertezza, rappresenta il punto di arrivo. La perfezione, paradossalmente, è nell'ovvia imperfezione della pennellata. Le dita e lo sguardo indugiano lungo il filetto a cercare la sbavatura o la piccola differenza di larghezza e, quando, la trova, l'appassionato vi legge la poesia di un lavoro e di capacità ormai estinte».

L'arte dei filetti

Per questo per Poinelli le Moto Guzzi e le Bmw d’epoca, con la loro sinfonie di filetti, tra vernice rossa o amaranto e bianca per le teutoniche rappresentavano «la sintesi di un lavoro perfetto tra arte, stile e design». I filetti per Poinelli erano l'approdo di un restauro, la cifra di una cura che tracciava anche la conclusione di un lavoro altrimenti imperfetto. Così a Poinelli è capitato di filettare auto, moto, biciclette, toccando e flirtando con Gilera, Aston Martin, Bugatti, Enfield, Bsa, Triumph, Bianchi e via di seguito. Tutte marche e mostri sacri passati nella bottega di Poinelli e tra le sue mani magiche. Con Renato Poinelli sparisce quindi un’arte con la chiusura di un’era in un mondo che corre velocemente e che non si avvede di una perdita che va oltre all’aspetto umano. Se ne va un’artista che ha fatto della sua bravura uno stile e una cifra di alto livello e di grande spessore.

I funerali si svolgeranno domani, lunedi alle 13.45 nella parrocchia del Villaggio Violino partendo dagli Spedali Civili alle 13.20. Quindi la cerimonia al tempio della cremazione di S. Eufemia.

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia