Molotov in via Morelli: targhe e telefoni al setaccio del Ros

Tra gli investigatori una mezza convinzione è maturata: la preparazione di una molotov richiede competenza e perizia che non tutti posseggono
Il tendone danneggiato dalla molotov - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tendone danneggiato dalla molotov - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Un’indagine in salita, ma non per questo impossibile. Per risalire all’identità dell’uomo inquadrato dalle telecamere di videosorveglianza mentre lancia in rapida sequenza due bottiglie molotov contro i tendoni del centro vaccinale di via Morelli, i carabinieri del Ros coordinati dal sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi avranno bisogno di tempo.

Il tempo necessario per sbobinare i video registrati attorno alle sei di sabato scorso tra via Della Volta, via Morelli e via Della Maggia e per analizzare i resti dei due contenitori di vetro riempiti di liquido infiammabile utilizzati per l’attentato e raccolti dagli inquirenti non distante dai tendoni che hanno preso fuoco.

Tra gli investigatori una mezza convinzione è maturata: ancorché si tratti di un ordigno rudimentale, la preparazione di una molotov richiede competenza e perizia che non tutti posseggono. Il che in qualche modo restringe il campo ad ambienti non nuovi all’impiego di questo tipo di arma realizzabile con costi contenuti e con materiale di facile reperimento. I sospetti dovranno essere corroborati dai risultati delle indagini tecniche.

Le prime immagini, anche se zoomate in laboratorio, non danno indicazioni del volto dell’autore del gesto. Per risalire all’identità, come nella composizione di un mosaico, gli inquirenti stanno ricostruendo il film dell’alba di sabato utilizzando sequenze riprese da angolazioni differenti. Lo scopo è quello di seguire la fuga dell’attentatore, catalogare i veicoli passati in quegli istanti e stabilirne la destinazione attraverso portali e multavelox. Un occhio di riguardo anche alle celle telefoniche. Verificare quanti e quali telefoni fossero nei pressi dell’hub realizzato grazie ai fondi di AiutiAMObrescia quando sono divampate le fiamme può essere, se non decisivo, sicuramente d’aiuto alla soluzione del caso.

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