Molotov in via Morelli: «l’annuncio» su Facebook

I due arrestati hanno utilizzato i social per attaccare la campagna vaccinale
I preparativi delle molotov registrati dalle videocamere di sorveglianza di un distributore di carburanti - © www.giornaledibrescia.it
I preparativi delle molotov registrati dalle videocamere di sorveglianza di un distributore di carburanti - © www.giornaledibrescia.it
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Ore 5.09 di sabato 3 aprile. Paolo Pluda sul suo profilo Facebook scrive: «Se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma, "la paura" e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni». Alle 7.27 un nuovo messaggio: «Buon giorno a tutti. Giornata particolarmente felice oggi». In mezzo ai due post, per gli inquirenti, lui e il compagno di battaglie negazioniste Nicola Zanardelli, lanciano le due molotov contro il centro vaccini di via Morelli.

 «Sempre a testa alta qualunque cosa accada» scrive Pluda alle 15.45 dello stesso giorno, mentre Zanardelli nel primo messaggio di giornata, alle 14.17 rilancia un articolo de La Stampa che racconta di manifestazioni No mask a Torino e Venezia al grido di «Il covid non esiste e noi ci ribelliamo».

I profili social dei due accusati di terrorismo fotografano bene le loro personalità e le loro idee.

Il post su Facebook di Paolo Pluda - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il post su Facebook di Paolo Pluda - Foto © www.giornaledibrescia.it
Utilizzano Facebook in modo compulsivo arrivando addirittura a pubblicare 50 pensieri al giorno. Sono ossessionati dalla campagna vaccinale e dalla gestione della pandemia. Non hanno altro argomento. «Sono convintamente orientati, dal punto di vista ideologico, verso le interpretazioni più violente ed oltranziste delle tematiche populiste, no vax ed anti-istituzionali, manifestate in particolare attraverso il web e i socialnetwork» scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Entrambi non richiamano mai però quanto accaduto in via Morelli. Non un articolo ripreso in merito alla vicenda, non un pensiero espresso, non una critica. Sul lancio delle due molotov il loro silenzio è assordante. Per il resto è un attacco continuo alle istituzioni e al mondo della sanità. «Siete colpevoli collaborazionisti nazi sanitari. Nessun virus esistente o che mai esisterà potrà mai giustificare alcuna discriminazione, sopruso o privazione di libertà che state favorendo. Nascondersi dietro parole come “emergenza sanitaria” non vi salverà» è il messaggio pubblicato il 6 aprile. Tre giorni dopo il blitz violento in via Morelli. «Solo una massiccia disobbedienza civile ci può salvare» scrive Zanardelli il 23 aprile. Poi fa sapere al mondo della rete che «Il sistema ha inventato il termine negazionista. Al sistema non fa paura chi nega. Al sistema fa paura chi ragiona».

Pluda arriva a fotografarsi con una pietra in mano. «Libertà... ti porto in palmo di mano... Sì Libertà di tirarla in testa al prossimo che mi dice di indossare la museruola» scrive. Nella settimana successiva all’attentato alla struttura vaccinale AiutiAMO Brescia i due bresciani si concentrano sulla data del 10 aprile. Giorno della manifestazione in Piazza Vittoria. Gli appelli alla presenza si ripetono.

Pluda sicuramente è in piazza. Non sa di essere già pedinato dalle Forze dell’ordine e pure già intercettato. Viene ripreso, senza mascherina, anche dalle telecamere di tg nazionali. E pubblica un video: «C’è più Polizia che partecipanti. Tutti mascherati» commenta. «La bocca -chiude comunque non me la cucite».

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