Metro Brescia-Roè: entro autunno 2023 lo studio che dirà se è «sostenibile»

Annunciato il cronoprogramma per lo studio di pre-fattibilità: si stima una spesa di 1,5 miliardi di euro
La metro di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Entro febbraio 2023 si individuerà il sistema di trasporto più adatto tra le otto differenti tecnologie prese in esame (busvia, filovia, tramvia, metropolitana leggera...). Poi, nel giro di altri quattro mesi si sceglierà il tracciato, tra le due ipotesi in campo: a fianco della 45 bis o passando nel centro dei paesi. Dopo quattro mesi ancora, quindi nell’autunno 2023, si giungerà all’analisi costi-benefici e si chiuderà lo studio di prefattibilità commissionato dalla Provincia all’Università degli Studi di Brescia per valutare l’attuabilità tecnica ed economica di un «sistema di trasporto rapido di massa a guida (semi)vincolata da Brescia a Villanuova sul Clisi - Roè Volciano con possibile prosecuzione per l’area del Garda e della Valle Sabbia».

Opera titanica

Questi i tempi necessari, annunciati ieri a Salò in occasione della terza riunione tra gli enti territoriali interessati, per farsi un’idea di quanto costerà dare attuazione al sogno della metro tra Brescia e il Garda, per capire se il progetto è in grado di stare in piedi, tecnicamente ed economicamente fattibile. È senza dubbio un’opera titanica: 18 km per un costo stimato, con grande approssimazione, tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro. Ma come sottolineano il presidente della Provincia Samuele Alghisi e il suo vice Guido Galperti «a volte bisogna saper sognare per ottenere grandi risultati. E questo studio di prefattibilità è un ottimo risultato che segna l’inizio di un percorso». Ne è convinto anche il prof. Giulio Maternini, che ne cura il coordinamento scientifico insieme al prof. Benedetto Barabino e con l’ausilio di un gruppo di lavoro: «È un primo, indispensabile passo che consentirà di farci trovare pronti qualora si presentasse l’occasione». Pianificazione e programmazione sono i presupposti essenziali per intercettare eventuali risorse.

Le ipotesi di collegamento su ferro Brescia-Tormini - © www.giornaledibrescia.it
Le ipotesi di collegamento su ferro Brescia-Tormini - © www.giornaledibrescia.it

Le richieste

I sindaci dei territori interessati (Brescia, Mazzano, Rezzato, Nuvolera, Nuvolento, Paitone, Prevalle, Gavardo, Villanuova, Roè Volciano) attanagliati da traffico e smog, chiedono soluzioni e politiche di mobilità sostenibile. Alberto Maestri, primo cittadino di Paitone: «La 45 bis è al collasso, la politica ci dia una mano». I dati sulla mobilità lungo la direttrice Brescia-Tormini parlano di un flusso giornaliero tra i 25 e i 35mila veicoli sulla 45 bis (strada che peraltro registra un tasso di incidentalità tra i più alti a livello regionale e provinciale) e tra i 10 e i 15mila veicoli sulla SP 116 Virle Treponti - Villanuova. Si tratta della terza direttrice di spostamento verso la città (13,3%), dietro solo a Franciacorta (17,2%) e Valle Camonica (14%), che però hanno già un sistema su rotaia. Sono alcuni elementi che emergono dell’enorme mole di numeri e dati (urbanistici, socio-demografici, economici...) raccolti, organizzati e analizzati da Maternini e il suo team, che confluiranno nello studio di prefattibilità che dirà se la metro si potrà fare o meno, se ne varrà la pena. A fine estate il verdetto.

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