Medici a gettone, conto da 1,4 milioni per gli ospedali del Bresciano

L’allarme dell’assessore Bertolaso: «Preoccupa l’incremento dei gettonisti in ambito psichiatrico»»
Medico in corsia - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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L’ultima frontiera è quella delle sale operatorie date in appalto ai privati. Non solo l’ingresso di infermieri (il vero problema per la nostra realtà), di anestesisti o di chirurghi non dipendenti dall’ospedale.

Questo in parte già accade ed è una procedura che già dovrebbe indurre a riflettere. No. Ora, in molte aree del paese, l’intero blocco operatorio viene «affidato» ad équipes esterne, con professionisti pagati a gettone.

Sacralità violata

Cade, dunque, l’ultimo tabù, quello della sacralità del luogo in cui viene «violata» l’integrità del corpo. Le porte sono aperte nell’illusione che, in questo modo, non rischieranno di essere chiuse, alla luce della bassissima percentuale di giovani medici che hanno scelto di frequentare la Scuola di specializzazione in chirurgia, oggi ai blocchi di partenza con l’inizio delle lezioni del primo anno del periodo di formazione.

«Da noi non siamo certamente ancora a questo, anche se la carenza di infermieri è molto seria e senza di loro è difficile far funzionare le sale operatorie» affermano i vertici della sanità bresciana. Accade già, però, in molti ospedali italiani, anche importanti, quali il Policlinico Tor Vergata e, per la Lombardia, nell’elenco c’è quello di Voghera. Marco Scatizzi, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri, riferisce che quest’ultimo è gestito per il 70% da privati e che si tratta di un processo in crescita su tutto il territorio.

Afferma: «Sicuramente il costo degli appalti è nettamente superiore a quello del personale che bisognerebbe assumere per far gestire al pubblico, in massima sicurezza, le sale operatorie dei suoi ospedali. Invece stanno dilagando da Nord a Sud contratti di servizio con società private, che a volte riguardano solo la strumentazione, a volte anche gli anestesisti, gli infermieri di sala e persino i chirurghi. In sostanza, si tratta di un sistema simile a quello dell’appalto ai gettonisti nei Pronto soccorso, di cui si è a lungo parlato, ma molto più ampio».

Beni e servizi

In questo modo, i costi della prestazione vengono conteggiati nel capitolo «beni e servizi» dei bilanci delle Asst che da tempo, non a caso, sono in crescita proprio a causa di appalti al privato di vario genere. In Regione Lombardia - i dati della rendicontazione dei servizi esternalizzati sono stati forniti dalla direzione generale Welfare diretta da Giovanni Pavesi - la somma del corso medio annuo dei medici liberi professionisti che lavorano pagati «a gettone» nei Pronto soccorso o nei reparti come anestesisti è di poco meno di 28 milioni di euro.

Nel Bresciano, per l’Asst Spedali Civili il costo medio annuo per i turni dei Pronto soccorso - ne ha esternalizzati 46, ed è tra quelle che ne «compera» di meno a fronte di altre realtà che si avvicinano a 450 turni - è di un milione 58 mila euro. All’Asst Valcamonica l’esternalizzazione ha riguardato sia i turni di medici del Pronto soccorso sia prestazioni di anestesisti, per un totale di oltre 312 mila euro.

Non solo emergenza

In Lombardia il dato più rilevante, tuttavia, non è quello dei gettonisti per far fronte all’emergenza e all’urgenza. L’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha affermato che «il fenomeno più preoccupante riguarda il coinvolgimento dei gettonisti psichiatri: sono oltre diecimila i turni coperti in ambito ospedaliero affidati a medici esterni in sostituzione di psichiatri interni mancanti, mentre nell’ambito dell’anestesiologia e dei pronto soccorso sono stati circa 3.000 i turni coperti con personale esterno».

Nel Bresciano qualche problema per coprire i turni degli psichiatri - in parte superato - si è registrato nelle Asst del Garda e della Valcamonica. 

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