Marciapiedi ciclabili e sensi unici: il 2022 ridisegna via Veneto

I fondi per l'intervento salgono a 3 milioni, ma resta da sciogliere il nodo parcheggi a pagamento
Via Veneto è una delle vie principali della città - © www.giornaledibrescia.it
Via Veneto è una delle vie principali della città - © www.giornaledibrescia.it
AA

Prima di tutto niente panico: sulla declinazione pratica delle strisce blu non esiste ancora un verdetto. Sì, è vero: la Loggia ci sta pensando. I termini sono questi: di certo lungo via Veneto i parcheggi saranno a rotazione e le alternative in campo prevedono il disco orario e/o la sosta a pagamento con tariffa crescente in base al trascorrere delle ore (attraverso app, abbonamenti, parcometri e sms).

Un capitolo a parte riguarderebbe poi i residenti: per loro (non è ancora chiaro se il riferimento sia esclusivamente a chi abita nella sola via Veneto o anche a chi risiede nelle vie limitrofe) si valutano dei posteggi ad hoc «senza limiti di tempo, con tariffe più convenienti come permessi mesili o annuali» (citazione testuale dalle slide del Comune). Veniamo alla domanda chiave, quella che ha rappresentato il pomo della discordia per eccellenza (sia politico, sia tra residenti e Loggia): è vero che i posteggi si ridurranno drasticamente? La risposta è «no». O meglio: dipende da cosa si intende.

Numericamente il saldo netto fa calare gli stalli di soli venti posti. In pratica - inutile negare che questo non sia un fattore che segna una differenza - molto è legato alla decisione che il Comune assumerà rispetto alle strisce blu: se cioè buona parte dei posteggi recuperati nelle vie limitrofe - ridefinite con i sensi unici - sarà a pagamento (con una tariffa forfettaria per i residenti), di fatto, non diminuirà in modo eclatante il numero assoluto dei parcheggi, ma quello dei parcheggi liberi e gratuiti sì, calerà sensibilmente.

Per capire però il filo conduttore del futuro progetto di riqualificazione che trasformerà via Veneto, bisogna partire dal presente e ripercorrere gli obiettivi chiave: di questo, ieri, si è parlato durante la Commissione congiunta Viabilità e Lavori pubblici, presieduta da Marco Pozzi.

Il savoir faire dell’assessore Federico Manzoni e la volontà dell’opposizione di entrare nel merito del progetto hanno disinnescato i fuochi d’artificio politici che sembravano quasi scontati. La pozione conciliante è stata una soltanto: sul fronte più delicato, vale a dire la sosta, «non c’è nulla di già deciso o di definitivo, ma ci si confronterà per studiare la soluzione migliore». Così parlò Manzoni e così anche Forza Italia e Lega hanno ottenuto, in parte, ciò che chiedevano: poter intervenire sul progetto con proposte e osservazioni. «Se davvero si tratta di una bozza di progetto che verrà valutata con i residenti, allora la questione cambia» è in sintesi la posizione emersa dalla minoranza per voce di Paola Vilardi (Fi) e dai leghisti Davide Giori e Michele Maggi (che ha chiesto «la predisposizione della via ad accogliere la mobilità elettrica»), tutti rigorosamente contrari, però, ad abbonamenti o strisce blu per i residenti.

Anche se, fa notare Giuseppe Ungari (Pd), «il tema del parcometro non deve scandalizzare: anche in via Crocifissa di Rosa è infatti così da tempo e non si tratta di un tema da colore politico». Concetto rilanciato anche da Giuseppe Gorruso (Pd), che rimarca: «Quella di parcheggiare sul marciapiede è una consuetudine che non può derogare la legge».

Il cuore della progettazione - partecipata attraverso gli incontri svolti nell’Urban center, lavoro illustrato dall’arch. Elena Pivato - lo ha descritto il consulente incaricato, l’arch. Matteo Dondé. Che è partito dallo stato dell’arte: enormi marciapiedi che anziché essere sfruttati come reale risorsa per spazi di socialità, servizi e ciclabile sicura, sono invasi dalle auto «tradizionalmente» posteggiate. Qualche dato per capire: l’assetto attuale ha portato, dal 2015 al 2020, a 106 incidenti, con 84 feriti, il che significa in media 21 incidenti e 17 feriti all’anno. I punti critici per eccellenza sono gli incroci. Andiamo al conto degli stalli per le auto: oggi via Veneto è occupata da 284 vetture, 74 regolari e 210 sul marciapiede.

Questo significa che il 72% dello spazio è occupato da auto e il 28% è dedicato a pedoni e ciclisti (ma in condivisione con i parcheggi). La proposta progettuale punta a riequilibrare questo rapporto riservato il 40% alle auto, il 40% a ciclisti e pedoni e introducendo un 20% di verde e alberature. E i parcheggi? Verrebbero azzerati quelli sul marciapiede, ma quelli in carreggiata aumenterebbero a 129 (a rotazione).

A questi si aggiungerebbero altri 135 stalli ricavati nei dintorni, a una distanza massima di 200 metri (tre minuti a piedi). Totale: 264 posteggi. Grazie ai marciapiedi liberi dalle vetture, il piano prevede la realizzazione di una ciclabile bidirezionale, oltre che l’arrivo delle pensiline nelle fermate dei bus e un’illuminazione tutta nuova, provvista di videosorveglianza e rete wi-fi. Infine, i capitoli tempi e costi: per migliorare le zone limitrofe il tesoretto è salito da 2 a 3 milioni e la Loggia prevede di avviare i lavori in primavera, per concluderli entro la fine del 2022.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia