Maltrattamenti nella ginnastica ritmica, nuove presunte vittime

Dopo la notizia dei provvedimenti nei confronti dell'allenatrice Fogliata, altre famiglie si sono messe in contatto con la Procura
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Non si ferma l’attività di indagine della Procura della Repubblica di Brescia nell’ambito dell’inchiesta per presunti maltrattamenti alle giovanissime atlete della ginnastica ritmica dell’Accademia Nemesi da parte dell’allenatrice Stefania Fogliata.

Per lei la Procura ha chiesto e ottenuto un provvedimento di interdizione dall’attività lavorativa, in questo caso sportiva, da parte del Tribunale, mentre la Procura Federale della Federginnastica ha sospeso l’attività dell’associazione sportiva nella palestra di Calcinato.

Nei giorni scorsi infatti, dopo che era stata diffusa da giornali e tv la notizia dei provvedimenti nei confronti dell’allenatrice, le famiglie di altre ragazze minorenni, che avevano partecipato ai corsi alla Nemesi, si sono messe in contatto con la Procura.

Le giovanissime atlete sono state ascoltate dal sostituto procuratore Alessio Bernardi e avrebbero offerto conferme sugli episodi già denunciati da altre ragazze e di cui sarebbero state testimoni mentre erano in palestra. Avrebbero anche raccontato circostanze che fino ad ora erano sconosciute e di cui sarebbero state vittime in prima persona, portando così a far crescere, arrivando sembra ad una dozzina, le persone che la Procura ritiene siano state vittime dei maltrattamenti. 

Materiale che sta confluendo nel fascicolo a carico dell’allenatrice che, dopo l’interrogatorio di garanzia, è tornata a farsi assistere dall’avvocato Paolo Botticini.

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