Lombardia 2023, Del Bono: «Fontana ha fallito, porto in Regione il buon governo di Brescia»

Il sindaco uscente sarà capolista del Pd alle elezioni regionali: «Su sanità, tpl, ambiente e casa bisogna cambiare»
"CAMBIO PASSO DOPO 28 ANNI"
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Portare in Regione l’esperienza del «buon governo» di Brescia ed una «visione» chiara di quello che deve diventare la Lombardia. Un territorio che negli ultimi anni «sta arrancando» per colpa di una gestione «grigia e stanca», figlia di 28 anni targati centrodestra. Per questo «bisogna cambiare», partendo da sanità, trasporto pubblico, edilizia abitativa e ambiente. Per questo «ho deciso di candidarmi, consapevole che l’unica vera alternativa a Fontana è il Pd».

Emilio Del Bono sarà il capolista del Partito Democratico alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. Una «scelta naturale» per il segretario provinciale dei dem Michele Zanardi: «In 10 anni la città è rinata. Anche in Lombardia bisogna cambiare». Che il contributo di Del Bono possa essere determinante lo dice anche il segretario cittadino Tommaso Gaglia: «Emilio è un patrimonio non solo del Pd. Può portare in regione la politica del fare, non quella degli annunci».

Le ragioni del sindaco

Il sindaco di Brescia spiega il perché della sua discesa in campo insistendo sul concetto di «visione». Quella che sarebbe mancata a Fontana e al centrodestra. «Da sindaco sapevo dove volevo portare la città e ho lavorato per questo: la Brescia della sostenibilità, della mobilità pubblica, dei poli sanitari, dell’università e della cultura. In Lombardia non c’è una visione strategica». Il risultato è «un territorio che sta perdendo competitività», dove «i disagi dei pendolari sono all’ordine del giorno», dove «si è trascurata la sanità di territorio, come ha svelato la pandemia», dove «manca la pianificazione e si moltiplicano i centri commerciali».

Le scelte di Palazzo Lombardia, spiega Del Bono, «ricadono pesantemente sui servizi e sulla qualità della vita dei cittadini». E da questo richiamo alla concretezza che bisogna ripartire. «La Lombardia - insiste il sindaco di Brescia - era il motore di cambiamento del Paese, oggi ci sono regioni più dinamiche e meglio attrezzate per affrontare le sfide della modernità». Insomma, Fontana ha fallito: «Bisogna cambiare». E Majorino può essere il governatore giusto per farlo, attento ai territori e a quella Lombardia orientale «dimenticata» dal centralismo regionale concentrato su Milano e Varese.

La sanità

Del Bono cita in particolare quattro temi da cui partire. «La Lombardia ha una grande eccellenza negli ospedali ma una sanità debole sul territorio - dice il candidato dem -. La prevenzione è peggiorata, i tempi d’attesa per una visita specialistica sono di mesi o anni, a Brescia mancano i medici di famiglia. Si è tentato di cambiare rotta con la riforma Moratti, che si è rivelata "inutile" per bocca della stessa ex vicepresidente. Abbiamo i contenitori, le Case di comunità, non i servizi».

La mobilità pubblica

«La mobilità pubblica è un pezzo del futuro dei territori. Ne va della qualità della vita dei cittadini. Ma per la Regione non è una priorità». Da qui i disagi dei pendolari dei treni e dei bus extraurbani. Senza contare la storica «penalizzazione» di Brescia: «Come provincia riceviamo il 9% delle risorse che passano dalla Regione, ma siamo il 12% della popolazione e il 20% del territorio lombardo».

Alloggi e ambiente

«La domanda di alloggi popolari non trova risposta negli investimenti di Regione Lombardia, così come il livello delle manutezioni». «Aria, acqua, suolo. I Comuni si trovano a gestire problemi complessi e spesso non ce la fanno da soli. Ma dalla Regione non arrivano risposte.».

Insomma, insiste Del Bono, «la Lombardia deve cambiare». E la svolta può arrivare dai cittadini: «Si pensa spesso che sopra il livello comunale il voto sia ideologico o d’opinione. Invece il voto per la Regione riguarda servizi concreti, quotidiani, che non funzionano». Da qui il richiamo al «buon governo» di Brescia e all’esperienza delle città targate Pd. E una replica a Rolfi: «Vuole portare l’esperienza del Governo regionale a Brescia? Mi preoccupa, vorrebbe dire abbassare la qualità dei servizi in città. Ai cittadini chiedo: volete una città peggiore o una Regione migliore?».

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