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Brescia e Hinterland

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Loggia 2023, Salvini: «Brescia merita il meglio, Rolfi pronto a fare il sindaco»


Brescia e Hinterland
10 gen 2023, 10:49
Matteo Salvini e Fabio Rolfi - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Matteo Salvini e Fabio Rolfi - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

«Brescia e la Regione Lombardia meritano il meglio, vale a dire il sindaco e il presidente della Lega». Sulle parole finali di Matteo Salvini scatta l’applauso di militanti, amministratori locali, dirigenti del partito che affollano il Caffè della Stampa. Il leader leghista, vice premier e ministro dei Trasporti, è reduce dal sopralluogo sul cantiere della Corda Molle a Travagliato. È arrivato in città per lanciare la campagna elettorale per la Regione, ma soprattutto la candidatura di Fabio Rolfi a sindaco del capoluogo.

La semina

Il locale è strapieno, sono presenti i big bresciani, c’è tanta gente anche fuori in piazza Loggia. Accanto a Salvini ci sono il segretario provinciale del partito, Roberta Sisti, e Rolfi. «Di solito - dice il Capitano - si parte dalla propria città per poi salire a livelli istituzionali più alti. Rolfi ama talmente Brescia da fare il percorso inverso. È pronto per fare il sindaco». È la prima volta di una candidatura leghista per tutto il centrodestra.

Foto di gruppo del ministro in piazza Loggia con il vertici e i simpatizzanti del Carroccio - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

«Non rispondete agli insulti degli avversari», dice Salvini. Ai militanti raccomanda «sorriso, idee chiare, pazienza e lavoro». Vale per Loggia e Pirellone. «Mancano 34 giorni al voto regionale. I sondaggi danno la vittoria ad Attilio Fontana: non guardiamoli, dobbiamo mettere l’anima nella campagna elettorale». La Lega, sostiene Salvi, «negli anni scorsi ha seminato molto, adesso è il momento di raccogliere». Ci sono stati tempi difficili, quelli del Governo Draghi con sinistra e M5S, «a cui abbiamo partecipato per senso di responsabilità, ma adesso la Lega fa la Lega».

Immigrazione

A cominciare dal tema dell’autonomia: «L’obiettivo di questa legislatura è consegnare agli italiani un Paese più giusto, vale a dire federale». Da ministro «sto accelerando le grandi opere, che creano migliaia di posti di lavoro veri, altro che reddito di cittadinanza». Sull’immigrazione solo un cenno per dire «che Brescia deve essere città accogliente con chi rispetta le regole». Del resto, l’argomento non sembra più avere la preponderanza di un tempo.

«Su immigrazione e sicurezza - sono le uniche parole di Fabio Rolfi - siamo per la tolleranza zero. Il vostro sceriffo sta tornando e sa cosa fare». Il candidato leghista afferma di sentire «tanto entusiasmo» intorno alla sua candidatura. «È importante per vincere. Dobbiamo fare in modo che questa città torni a credere nel futuro». Contrastare «l’idea che il centrosinistra debba amministrare sempre». Brescia, insiste Rolfi, a parte la parentesi di Adriano Paroli (in cui fu vice sindaco), «è governata da trent’anni dalle stesse persone. Bisogna aprire a nuovi volti, stimoli, energie».

Dialogo

Non solo. Rolfi promette «di cambiare metodo rispetto all’attuale Amministrazione: vogliamo ascoltare e parlare con tutti i cittadini. Per questo avremo trentatré programmi di quartiere». Trasporti («Vogliamo la metropolitana di provincia»), giovani, università, tutela dell’ambiente («Non solo con gli slogan») sono i temi citati da Rolfi. Che promette: «Faremo una campagna elettorale con il sorriso. Gli avversari ci dicono trogloditi per insultarci, perché non vogliono riconoscere che c’è un altro pezzo di città con delle idee». Affonda sulle nomine nelle società partecipate: «È sbagliato farle prima delle elezioni, bisogna lasciare la scelta a chi sarà eletto». Un grazie a Salvini: «Mi ha sempre ascoltato, non facendomi mai mancare comprensione e consigli».

La segretaria provinciale Roberta Sisti invita i militanti «a impegnarsi nella campagna elettorale a testa bassa. Vogliamo che il nuovo sindaco di Brescia sia della Lega, che porti avanti le istanze di tutta la città e non solo dei salotti del centro storico». Alla fine degli interventi, il leader leghista, come sua abitudine, si mischia alla folla dei militanti: strette di mano, foto di gruppo e selfie.

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