Loggia 2023, trionfa Castelletti: «Brescia vuole andare avanti, punito chi voleva dividerla»
«Sindaca, sindaca, sindaca». Sono le 18.27 e dal fondo di piazza Loggia avanza il corteo che scandisce il nome di Laura Castelletti. I candidati e i volontari della sua lista Civica scortano in municipio la neo sindaca. Manca ancora il voto della metà dei seggi, ma l’onda è ormai inarrestabile.
Laura Castelletti è la prima donna nella storia della città a cingere la fascia tricolore. Non è una semplice vittoria: è un trionfo. Oltre ogni pronostico e attesa. Al primo turno con oltre 13 punti percentuali su Fabio Rolfi. Un consenso persino più alto di quello ottenuto da Emilio Del Bono cinque anni fa. Sotto la Loggia la folla che segue sul maxischermo l’aggiornamento dei risultati, capisce che la sindaca sta arrivando e si riversa nella piazza. Castelletti viene risucchiata da militanti e cittadini, catturata da fotografi, operatori tv, giornalisti. Sventolano le bandiere della Civica, si alzano le grida e gli applausi.
La vittoria, fin dall’inizio dello scrutinio, non è mai stata in discussione: il voto delle prime sezioni dava già la candidata del centrosinistra davanti all’avversario del centrodestra. Brescia resta saldamente nelle mani dell’alleanza che ha governato gli ultimi dieci anni. Il capoluogo conferma la sua identità politica in una provincia che alle Politiche, alla Regionali e ancora ieri in centri importanti come Ospitaletto, Manerbio e Toscolano vota centrodestra. Una «anomalia» che, in serata, merita i complimenti della leader Pd, Elly Schlein.
Nel bosco
«La città vuole andare avanti, ha punito chi la voleva dividere», commenta la sindaca. Sorride, stringe mani, abbraccia militanti, amici, collaboratori. Ci vuole un quarto d’ora prima che riesca finalmente a varcare il portone di Palazzo Loggia. «Dopo le 15, chiusi i seggi, mi sono presa due ore per staccare», racconta. «Sono andata in un bosco, da sola, a fare una passeggiata».
Come per resettare mente e corpo dopo avere fatto tutto ciò che c’era da fare. Un cronista chiede se Rolfi l’ha chiamata per congratularsi: «Non lo so, ho tenuto il cellulare spento», risponde sincera. È stanca, contenta, serena. Consapevole delle responsabilità cadute sulle sue spalle. «Se pensavo di vincere al primo turno? Non ho mai abbassato la guardia, ma sentivo intorno a me il sentimento positivo della città».
Concreti
Nell’ufficio del presidente del Consiglio comunale si sottopone a un altro assalto dei cronisti. Brescia era un test nazionale. Ci sono la Rai, Mediaset, Sky. Venerdì scorso Fabio Rolfi, chiudendo la campagna elettorale, ha schierato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri Matteo Salvini (venuto più volte a Brescia) e Antonio Tajani, il presidente della Regione, Attilio Fontana. I bresciani hanno scelto la continuità, premiando anche la dimensione civica della candidatura di Castelletti. «Non abbiamo avuto bisogno della sfilata dei vip», commenta la sindaca. «Noi siamo gente concreta, con idee molto chiare. Sapevamo in che direzione dovevamo andare: è stata semplicemente la riconferma che questa è la strada giusta. Siamo una città competitiva e solidale - specifica - continueremo ad essere così».
Durante la campagna elettorale Castelletti è stata spesso attaccata dal centrodestra sul piano personale, accusata di essere radical chic, espressione della città Ztl. «Mi pare che il risultato dia una risposta chiara. Quando non ci sono contenuti prevale l’offesa, noi abbiamo sempre tenuto un profilo di correttezza. La nostra coalizione ha battuto i quartieri, incontrato tanti cittadini e associazioni, altro che radical chic». In dieci anni, aggiunge, «abbiamo costruito un biglietto da visita di cose fatte, condivise e partecipate dai cittadini».
Giunta
A quando la nuova Giunta? «Ci metteremo il tempo giusto, quello che ci vuole, privilegiando le competenze». Due passi dietro di lei il vice sindaco designato dal Pd, Federico Manzoni, annuisce. L’elezione di Castelletti ha il sapore della storia. «Sono la prima donna a ricoprire questa carica, un fatto che aggiunge responsabilità a responsabilità. Tante donne me l’hanno detto durante la campagna elettorale. È un passaggio significativo, ma è chiaro che sarò la sindaca di tutti».
Sono le 19.05, squilla il cellulare di Castelletti. È la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Congratulazioni per la vittoria e per il lavoro fatto per Brescia, per la comunità politica del Pd e per il centrosinistra».
In Loggia arrivano anche i genitori e le figlie della sindaca. C’è spazio, legittimo, per gli affetti e la commozione. Papa Cino l’abbraccia: «Sono orgoglioso che tu sia la prima donna sindaca di Brescia».
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