Loggia 2023, la ricerca impossibile del candidato perfetto

Era solo questione di tempo, ma a sole due settimane dalle Politiche si apre ufficialmente la corsa del centrosinistra per Loggia 2023. Tutti si aspettavano che prima si sbloccasse la partita per le Regionali che mai come in questa occasione sono intrecciate con il voto amministrativo della città capoluogo, viste le prospettive di Del Bono. Invece la mossa di Manzoni ha inevitabilmente messo in moto un processo che secondo quanto indicato dal Pd dovrebbe portare entro fine anno a definire il candidato sindaco dell’intera coalizione di centrosinistra. Al di là di ogni infingimento la disponibilità dell’assessore comunale alla Mobilità costringe anche l’avversario diretto e compagno di partito (oltre che di Giunta), Valter Muchetti a muoversi.
Un derby nel Pd e in Giunta che il sindaco uscente ha cercato di governare senza traumi, aggiungendo però un terzo pretendente alla sua successione, la vicesindaca Laura Castelletti. Lei in questo momento dichiara di essere disposta a parlare solo della capitale della Cultura, mentre Del Bono tace anche perché ritiene di aver assolto al proprio compito: aver messo sul tavolo una terna nel segno della continuità amministrativa e di fatto emanazione della sua Giunta. Fin qui il quadro generale, ma proprio da quest’ultima considerazione iniziano gli aspetti un po’ più problematici. Il centrosinistra arriva a pochi mesi dalla scadenza elettorale senza un candidato forte, quello cioè che sappia catalizzare il consenso di un ipotetico campo largo.
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Le ragioni possono essere molteplici. Una è sicuramente collegata a Del Bono, che nel suo interpretare il ruolo di sindaco, nel solco di una lunga tradizione bresciana, ha vestito i panni del «principe democratico»; lo furono prima di lui Corsini e Martinazzoli, e Paroli nel suo smarcamento da Forza Italia. Dall’elezione diretta del sindaco in poi, il primo cittadino non ha più bisogno dei partiti e difficilmente è disposto a trovare un proprio successore, anzi tendenzialmente utilizza una sorta di potere interdittivo. A complicare le cose i partiti hanno via via perso la loro forza propulsiva e quindi di influenza sulle scelte.
Uno stato di cose testimoniato anche dalle differenze profonde tra i risultati elettorali nelle consultazioni amministrative e quelli in votazioni di livelli istituzionali superiori: nel primo caso sembra prevalere il voto personale (si sceglie il candidato sindaco) negli altri il voto di opinione (si predilige il partito o la coalizione). Un altro problema sono, poi, i profili dei tre aspiranti candidati sindaci, anche se la Castelletti ha fino ad oggi mostrato fermezza e scetticismo rispetto a una sua discesa in campo. I tre presentano peculiarità che potrebbero nuocere alla loro ipotetica corsa alla Loggia in chiave di sostegno di parti della coalizione. Tanto che sono in molti, nel centrosinistra, a sostenere che il candidato perfetto sarebbe una sorta di sommatoria dei tre.
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