Loggia 2023, la proposta di Lucà: creare l’«assemblea popolare» sul clima

Milano e Bologna, pur se con declinazioni differenti, la stanno già sperimentando. E ora il candidato sindaco della terza coalizione in campo per Loggia 2023 Alessandro Lucà (M5s, Pci, Up) la propone come esperienza per Brescia.
Il nome non è frutto di un marketing accattivante, è semplicemente argomentativo: si chiama «assemblea permanente» e, nella sostanza, è una sorta di Consiglio comunale popolare, composto cioè da una rappresentanza dei cittadini (selezionati seguendo criteri specifici) per discutere ed elaborare proposte rispetto a temi specifici. Una esperienza che non va in contrasto o in cortocircuito con gli organismi, più politici, già esistenti (né con l’Aula né con i Consigli di quartiere), ma che punta a incentivare la partecipazione attiva.
Come funziona
«Il Movimento 5 stelle - ricorda Lucà - nasce con i Meetup e quindi con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza a esercitarsi a partecipare a diverse tematiche. Per noi la democrazia diretta è sempre stata centrale e non è sufficiente votare: la responsabilizzazione dei cittadini deve avvenire anche nel corso della legislatura. Il messaggio è: qualsiasi sia il nostro ruolo politico, venite a controllarci e venite agli incontri e ai laboratori affinché tutte le voci siano ascoltate per una partecipazione effettiva e concreta. L’obiettivo è insomma fare sì che la comunità sia partecipe alle decisioni e alla vita della città». Lucà tira una stoccata agli avversari: «Tutti parlano di città europea, per noi esserlo significa attingere in primis dalle buone pratiche esistenti».
A spiegare nel dettaglio il progetto e come, nella pratica, funzionano queste esperienze è Samuele Nannoni (associazione Prossima democrazia): «La selezione dei cittadini per l’assemblea avviene attraverso il campionamento statistico, ossia il sorteggio». In sostanza si procede con un’ampia selezione casuale utilizzando le liste anagrafiche ed elettorali: tra coloro che rispondono positivamente, scatta il sorteggio «applicando criteri socio-demografici così da avere uno spaccato rappresentativo». Quale il vantaggio? «Si vanno a prendere persone che, se non chiamate, non si sarebbero forse mai fatte avanti. Se l’invito è diretto e personale, invece, - precisa Nannoni - l’incentivo è molto superiore perché ci si sente investiti di un ruolo».
L’impegno
Calato nei tempi di chi vive e lavora in città, questa iniziativa si declina in 5-6 incontri snodati lungo 3-4 mesi. Dopo una prima fase di formazione e informazione con personale tecnico, l’assemblea si confronta poi con i portatori d’interesse (movimenti, associazioni, comitati) e, alla fine, delibera e propone iniziative agli organi elettivi. I quali, in caso di bocciatura, devono motivare le ragioni dei loro «no».
Il Movimento con Lucà sposa e propone il metodo, ma non solo. Luca Cremonini, che in prima persona ha lavorato alla proposta, mette sul tavolo quello che potrebbe essere il progetto pilota per Brescia: «Un’assemblea permanente sul Clima, come a Milano. Brescia, è vero, ha aderito al Paesc - rimarca Cremonini -, però vorremmo impegnare l’Amministrazione a raggiungere un obiettivo più ambizioso: la neutralità climatica al 2030».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
