Loggia 2023, FdI alza la posta: il via libera a Rolfi passa dai futuri assessori in Regione

Passi avanti alla riunione dei coordinatori regionali. Ma il partito di Meloni chiede garanzie a Fontana
La sede di Regione Lombardia - © www.giornaledibrescia.it
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Il punto di caduta, per Fratelli d’Italia, è mantenere continuità tra i ministeri (e quindi l’attività di governo) e gli assessorati lombardi (e quindi la garanzia sulle deleghe in caso di vittoria di Attilio Fontana). In casa centrodestra il disgelo si fa più vicino, tanto che la riunione tra i coordinatori regionali Daniela Santanchè (FdI), Licia Ronzulli (FI), Fabrizio Cecchetti (Lega) e il governatore, di scena ieri sera, è proseguita a tavola. Ma resta un fatto: il via libera pubblico e ufficiale alla candidatura di Fabio Rolfi sindaco per Loggia 2023 (già concordato a livello territoriale) passa dalle garanzie sui ruoli che il partito di Giorgia Meloni rivendica a Palazzo, a Milano.

Trattativa

In sostanza il concetto che Daniela Santanchè sta portando avanti, senza liti ma con una fermezza inderogabile, è: prendere o lasciare. Una sorta di sfida agli alleati a rompere sul risiko poltrone. Nessuno crede che ci sarà bisogno di arrivare a tanto, come spiegano gli stessi militanti di FdI, ma il senso di questa manche è «giocarsi tutto», perché «se cediamo adesso, dovremo cedere sempre».

Sul piatto ci sono deleghe pesanti: dalla vicepresidenza della Regione (seggio abbastanza scontato) alla presidenza del Consiglio, passando per l’assessorato all’Agricoltura, oggi guidato proprio da Fabio Rolfi. Del resto, Fratelli d’Italia da partito di maggioranza relativa ha accettato il bis di Fontana («siamo sempre stati per la conferma degli uscenti, noi, e rimaniamo leali e coerenti» ha più volte rimarcato, non senza lanciare un messaggio trasversale agli alleati, Santanchè) e non ha ostacolato a muso duro la corsa di Rolfi. Ma tutto questo, politicamente parlando, ha un prezzo che non intende tradurre in debito da riscuotere nell’anno del mai. Per questo, la coordinatrice regionale e i vertici del partito nazionale continuano a ribadire che vogliono avere il quadro complessivo delle posizioni in vista delle prossime tornate elettorali.

La nota inviata sabato è la cartina tornasole di questa strategia: «A Roma FdI sta lavorando per la definizione della strategia dei diciotto capoluoghi al voto per mettere la destra politica al centro della proposta di governo dei territori».

Scenario

Il timore è che giocando su trattative singole, il bottino da primo partito lo incassi sempre e comunque la Lega che, oggi, primo partito della coalizione non è più. E che, al contrario, ha un’altra preoccupazione: non perdere troppo terreno e troppo peso all’interno del centrodestra. Perché se stavolta i ruoli di regia si sono in parte salvati nel nome delle ricandidature, la prossima volta così non sarà.

D’altra parte FdI rivendica molto. Ed è su questo che tutti i partiti dell’alleanza dovranno trovare la quadra in Lombardia. Uno dei metodi che si stanno facendo strada è abbozzare un manuale Cencelli per gli alleati, senza che il presidente del Carroccio e i forzisti si sentano «commissariati nei fatti» da una sorta di governo ombra lombardo. E la mediazione, in questo percorso, potrebbe ripartire dal mettere sul tavolo i nomi meno divisivi possibili per gli assessorati. Un compromesso che sembra il preludio per una stretta di mano pubblica anche a Brescia. Ma che per il momento resta ancora scritto sulla sabbia.

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