L'inchiesta sulla 'ndrangheta finisce in reati fiscali

Solo due condanne nel processo sui legami nell'edilizia tra soggetti bresciani e calabresi
APPALTI: DUE CONDANNE, CADONE L'ASSOCIAZIONE DI STAMPO MAFIOSO
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Cadono i reati più gravi, compresa l’associazione a delinquere di stampo mafioso che tre anni fa aveva portato gli inquirenti a dire: «questa indagine è la prova provata che la ’ndrangheta è tra noi». 

Si è invece conclusa con due condanne per soli reati fiscali e dieci assoluzioni il processo che  aveva portato alla luce il legame tra soggetti bresciani e calabresi sul fronte delle frodi tributarie e fiscali nel mondo dell’edilizia. I titolari di società edili che non pagavano tasse e contributi e potevano per questo vincere appalti di opere pubblici grazie a un costo lavoro fuori mercato. Aziende che avevano partecipato anche alla realizzazione della metropolitana di Brescia eseguendo la vori di muratura all’interno delle stazioni di Sant’Eufemia e Poliambulanza.

Le uniche condanne sono per Il rovatese Marco Plebani (due anni e undici mesi), e il calabrese di Oppido Mamertina Francesco Scullino, condannato a quattro anni e sei mesi. La presidente della Corte Anna Di Martino ha disposto il sequestro di denaro riconducibile ai due, ma il loro tesoretto, sarebbe esclusivamente in Svizzera. Il paese elvetico non fornisce però assistenza alle autorità italiane per i reati fiscali e quindi c’è il forte rischio che quel denaro, attualmente sotto sequestro anche dalla Procura di Bergamo pe un’inchiesta parallela, non finisca mai nelle mani degli inquirenti italiani. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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