Linate, dieci anni dopo la tragedia

Il ricordo del disastro costato la vita a 118 persone, 4 i bresciani. La testimonianza della professoressa Caffi
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Aeroporto di Linate, 8 ottobre 2001, ore 9, il volo 686 della Sas diretto a Copenaghen si schianta contro un jet d'affari che, a causa della fitta nebbia, ha invaso improvvisamente la pista durante il decollo. Nel disastro muoiono 118 persone.

Fra loro ci sono quattro bresciani: Gigi Motta, 56 anni e Luigi Mussida, 54 anni di Orzinuovi, Gianbortolo Bettoni 34 anni di Capriolo e Filippo Predaroli, 31 anni di Desenzano.

Sono passati 10 anni da allora, si sono formati i processi, i figli della tragedia sono cresciuti. Dieci anni di croci, di preghiere e di tribunali. A dieci anni di distanza da quella tragica giornata il Giornale di Brescia racconta la tragedia di Linate e ricorda le sue vittime.

Di seguito un estratto dell'intervista alla professoressa Ivana Caffi, moglie di Gigi Motta, già vicepresidente del Comitato 8 ottobre, attiva alle riunioni per rinfrescare la memoria.

Professoressa, come sta?

"Si sta male, specie in questi giorni. La ricorrenza porta indietro le lancette del tempo e bisogna rimediare con il sorriso dei figli e dei nipoti... Dicono che dovrei tirar fuori la bestia che si è rifugiata dentro. Non voglio tornare a quel giorno".

La professoressa è in prima fila, da Singapore agli Stati Uniti per relazionare in convegni specializzati sulla sicurezza degli aeroporti. "Frequento sempre gli amici di Linate. Grande famiglia di noi defraudati".
 

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