Liberalizzazione stralciata, esultano i taxisti bresciani

La Camera discuterà il Ddl Concorrenza senza l’articolo che avrebbe dato il via alla riforma del settore
I taxisti contenti del passo indietro in materia di liberalizzazione delle licenze - © www.giornaledibrescia.it
I taxisti contenti del passo indietro in materia di liberalizzazione delle licenze - © www.giornaledibrescia.it
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Lunedì la Camera discuterà il Ddl Concorrenza senza l’articolo 10. La norma su taxi e ncc (servizio di noleggio con conducente) è stata infatti stralciata per la gioia dei taxisti, che, dopo numerose proteste, ora possono tirare un bel respiro di sollievo.

L’articolo avrebbe infatti delegato il Governo ad adottare un decreto per riformare il settore del trasporto pubblico non di linea (quello, appunto, di taxi e ncc) adeguandolo alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web. E promuovendo la concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze.

Licenze e app

«Lo stralcio non è la vittoria - commentano i rappresentati bresciani di categoria Antonio Amodio (presidente della cooperativa Radio Taxi Brixia), Salvatore Sammataro e Fabio Leviani -, ma semplicemente la cosa giusta da fare: sarebbe stato inaccettabile conferire al Governo una delega in bianco sul futuro del nostro settore».

Sono tre, in sintesi, i principi che i taxisti bresciani vogliono difendere. Il primo concerne le licenze: «La liberalizzazione - spiegano - andrebbe a discapito del taxista e dell’utenza. Si innescherebbe una lotta al ribasso, una guerra tra poveri, che, a prezzi inferiori, comprometterebbe la qualità del servizio».

Secondo elemento il vincolo di territorialità: «Deve essere preservato perché ne va del nostro futuro».

E ancora: «Dobbiamo difenderci dalle piattaforme web che non pagano le tasse in Italia e necessitano di sottostare a regole precise. Ad oggi non abbiamo nemmeno la percezione di quanti operatori vi aderiscano». Gli stessi sindacati dei taxisti, in una lettera inviata ai gruppi parlamentari sul caso articolo 10, avevano definito «inaccettabile la volontà di stravolgere il modello attuale per consegnarlo alla mera logica speculativa del modello delle multinazionali».

A Brescia i taxi sono 103, dei quali 99 fanno parte della cooperativa Radio Taxi Brixia. Ce ne sono altri in provincia (a Desenzano, Sirmione, Montichiari, Iseo e Gardone Riviera...) stimabili in alcune decine. L’attività, spiega Amadio, «in estate, in città, è tradizionalmente in calo. Questo caldo, però, sta portando molte persone a ricorrere al taxi». Ora, seppur felici dello stralcio, i taxisti mantengono comunque alta l’attenzione: «La lotta non può dirsi conclusa, resta necessario il contrasto a un modello, quello dell’intermediazione nel servizio pubblico, che danneggia l’utenza e vuole massimizzare i profitti devastando le regole».

Contraria Assoutenti: «Il servizio va adeguato alla tecnologia»

Assoutenti è contraria allo stralcio dal Ddl concorrenza delle norme sui taxi. «Lo Stato sembra voler cedere alle violenze e alle pressioni della lobby corporativa dei tassisti, dimostrando una debolezza verso le auto bianche che non ha eguali nel mondo - afferma il presidente Furio Truzzi -. Da anni si attendono in Italia misure in grado di riformare il comparto del trasporto pubblico non di linea, aumentare la concorrenza e adeguare il servizio alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia.

La cosa assurda è che il Governo da un lato stralcia le norme sui taxi che avrebbero favorito gli utenti, dall'altro lascia nel Ddl concorrenza le disposizioni che faranno aumentare i costi dell’Rc auto».

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