L'ex detenuto di Canton Mombello: «Incentivare il lavoro è la via d’uscita»

A fine mese avrà chiuso i conti con la giustizia. Da alcuni mesi si è messo la porta del carcere alle spalle. «E posso ricominciare la mia vita» racconta Eric, ex detenuto di Canton Mombello, che sta provando a ripartire. E lo fa attraverso il lavoro, che gli sta permettendo di affrontare l’ultimo tratto di condanna fuori dal penitenziario. «Dove ho capito cosa è l’inferno» ammette senza paura di essere smentito. E racconta che la libertà non lo spaventa.
Come giudica la sua esperienza lavorativa fuori dal carcere?
«Dopo i primi quattro mesi posso dire davvero positiva: non è la fine del periodo di espiazione della pena ma l'inizio di una vita diversa e mi sento gratificato. Il mio impegno viene riconosciuto, ho una modesta ma preziosissima indipendenza economica e rientro nella società a testa alta portandoci un contributo positivo».
Come è stato l’approccio da parte del datore di lavoro?
«Quando e se si riesce ad uscire da Canton Mombello con un lavoro in tasca, l’azienda che viene ritenuta idonea - ed autorizzata - ad assumerti, sa benissimo a cosa va incontro: chi assume sa intraprendere con te, ex recluso, il percorso per il tuo reinserimento nella società. L’approccio nei miei confronti è stato positivamente sorprendente. Sono passato nel giro di qualche giorno da carcerato inascoltato, sottovalutato, fantasma e senza futuro a dipendente, collega, risorsa su cui scommettere. Nessuna domanda sul passato ma ferma quanto rispettosa esigenza per il presente assieme alla possibilità di crescita con l’azienda per il futuro. Meglio di così non poteva essere».
Alla luce della sua esperienza si sente di dire che il lavoro è la soluzione per reinserire davvero un detenuto nella società?
«Sì io sono convinto che il lavoro sia “la soluzione”. Il problema è accedervi. Sulla carta le misure alternative previste per condanne brevi o residui di pena, già prevedono il lavoro come strumento rieducativo e di reinserimento positivo nella società; ma a chi viene concessa questa opportunità? Soprattutto perché viene ostacolata o preclusa a Canton Mombello questa opportunità? Io mi sento investito dalla responsabilità verso tanti detenuti che ho conosciuto bene e che non aspettano altro che avere la mia stessa opportunità di riscatto. Il personale a Canton Mombello non lavora più in sicurezza e figuriamoci quanto le persone private della libertà abbiamo modo di uscirne migliorate. Quasi sempre infatti è normale o normalissimo il reinserimento in società col lavoro, ma a Canton Mombello non viene sicuramente favorito e quasi mi sento in colpa esserci riuscito mentre altri detenuti no».
E dopo la fine della misura alternativa come vede il suo futuro?
«Dopo il mio fine pena, il futuro sarà positivo e senza più problemi per la società e per me stesso: grazie al lavoro e grazie a chi mi ha concesso l’opportunità di lavoro. Nonostante le difficoltà».
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