L’edilizia ha trainato la ripresa post-Covid: «La politica intervenga per salvare il settore»

Il presidente Ance Brescia alla presentazione al GdB della ricerca di Cresme sulla rigenerazione urbana
Il settore delle costruzioni rappresenta il 22% del Pil nazionale - © www.giornaledibrescia.it
Il settore delle costruzioni rappresenta il 22% del Pil nazionale - © www.giornaledibrescia.it
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Un elemento ulteriore di inciampo, in uno scenario internazionale già dominato dalla complessità e dall’incertezza geopolitica ed economica. La crisi di governo rischia di entrare a gamba tesa nel settore delle costruzioni, già messo in ginocchio dal rincaro delle materie prime e dell’energia, vanificando l’eccezionale rimbalzo seguito al blocco causato dalla pandemia, e mettendo una pesantissima ipoteca sui lavori avviati grazie agli incentivi del superbonus (che nel Bresciano hanno veicolato investimenti per 1,8 miliardi di euro calcolati ai prezzi correnti, coinvolgendo 27mila occupati) e alle opere messe in moto dai fondi del Pnrr.

Le criticità

L’allarme è stato lanciato ieri dal presidente dell’Associazione costruttori di Brescia, Massimo Angelo Deldossi, intervenuto nella Sala Libretti del Giornale di Brescia per la presentazione della ricerca «Rigenerare Brescia: un lavoro di squadra» - nell’ambito della riflessione sugli scenari che si aprono per la nostra provincia da qui al 2050 - commissionata da Ance al centro di ricerca Cresme, rappresentato ieri dal direttore Lorenzo Bellicini. A moderare l’incontro, la cui registrazione può essere rivista sul sito web del nostro Giornale, la direttrice del GdB Nunzia Vallini.

«La crisi politica è arrivata in un momento critico rispetto ad almeno due temi sul tappeto - ha sottolineato Deldossi -. Primo fra tutti il superbonus, per il quale è rimasta in sospeso la questione della cessione del credito per le imprese; il decreto aiuti nel quale era inserito è passato, ma con la fiducia non è stato possibile discutere gli emendamenti con i quali si chiedeva di sbloccare i plafond delle banche. Poi la messa in opera del Pnrr, i cui fondi passano per quasi la metà dal nostro settore: chiediamo bandi di gara con prezzi congrui, meccanismi di controllo e rendiconto all’altezza delle richieste che ci fa l’Europa, e tempi burocratici più rapidi, in un settore in rapidissima evoluzione».

L'incontro nella Sala Libretti del GdB
L'incontro nella Sala Libretti del GdB

La situazione

La pandemia ha stravolto gli scenari geopolitici e la vita delle persone. «In quattro anni è cambiato tutto - ha sottolineato Bellicini -, il lockdown ha messo in crisi l’economia cinese e bloccato la catena di distribuzione delle materie prime, la guerra in Ucraina e il blocco delle forniture del gas hanno fatto crescere prezzi e l’inflazione. Ma le famiglie hanno risparmiato e la riapertura ha visto una ripartenza di slancio, lo smart working ha fatto riscoprire la casa e sostenuto il mercato immobiliare e delle ristrutturazioni». Luci e ombre, di fronte alle quali gli analisti faticano a disegnare scenari («più che una fotografia, dovremmo restituire un "filmato" di una situazione in continuo movimento» ha aggiunto Bellicini) e gli imprenditori non possono fare altro che abbozzare ottimismo («dopo la tempesta dobbiamo attendere il sereno, se non ci credessimo dovremmo rinunciare ad investire capitale e a puntare sulle nostre forze», così Deldossi).

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Scommettendo sul ruolo degli amministratori pubblici, e lanciando loro un appello affinché sostengano gli investimenti avviati e sfruttino l’occasione rappresentata dai fondi europei e dal Pnrr. Si può guardare positivamente al futuro? «Dipenderà dai tempi della crisi - sottolinea Bellicini -, oggi i progetti non vanno avanti da soli, serve una guida, un governo che gestisca una situazione sempre più complessa. Ci auguriamo che la soluzione arrivi in tempi rapidi, per non sprecare una grande potenzialità». «I nostri politici ragionano ancora con uno sguardo a livello nazionale - conclude Deldossi - mentre il panorama è europeo. E pensando all’Europa, è sempre più necessario un suo ruolo non solo economico, ma su un piano più ampio».

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