Le rubano lo zaino e le cartelle mediche dei suoi pazienti autistici

L’episodio è avvenuto a Brescia. La derubata: «Li dentro c’è il futuro di quei ragazzi: restituitemelo»
Il furto fuori dalla palestra Bushido in via Orzinuovi - © www.giornaledibrescia.it
Il furto fuori dalla palestra Bushido in via Orzinuovi - © www.giornaledibrescia.it
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Un furto compiuto da qualcuno che pensava di trafugare dei soldi. E invece a rimetterci è il percorso che una dottoressa e tanti ragazzini e ragazzine autistici hanno intrapreso insieme da un anno.

Il fatto è accaduto mercoledì 19 aprile a Brescia. Giulia Sarnico ha 28 anni e si occupa di riabilitazione psichiatrica in alcune aziende sanitarie bresciane. Sono circa le 21 quando Giulia ha terminato gli allenamenti nella palestra di arti marziali che frequenta, la «Bushido» in via Orzinuovi, e raggiunge il parcheggio interno dove, come sempre, ha lasciato la sua auto. E trova uno dei vetri posteriori completamente in frantumi. Sul sedile il suo zaino da lavoro - un North Face color kaki - non c’è più. Dentro c’erano il portafogli con qualche decina di euro, i documenti, le chiavi di casa. E le cartelle cliniche dei giovani pazienti che tutti i giorni incontra nel suo ambulatorio.

«Contengono tutto l’impegno e l’energia che loro ci hanno messo insieme a me - dice Giulia -. Da un anno faccio parte di un progetto regionale di assistenza verso le persone con disturbi dello spettro autistico. Mi occupo di ragazzi e ragazze autistici cosiddetti “ad alto funzionamento”, cioè che hanno un livello di intelligenza elevato, ma anche grandi difficoltà nel creare rapporti con gli altri. Hanno tra i 16 e i 18 anni, la fase più delicata. Insieme a loro svolgo diverse attività di socializzazione. Li aiuto a integrarsi e a creare il proprio percorso di vita, dagli studi al lavoro che vogliono fare. Sono ragazzi molto in gamba, ma anche molto fragili».

Fogli, tabelle, risultati psicoattitudinali. Tutti contenuti in quelle cartelle verdi, bianche e rosa che non hanno nessun valore economico, ma per la dottoressa sono tutto il suo mondo: «La chiavetta Usb contiene metodi e materiali che ho cominciato a raccogliere fin dall’università. E che oggi sarebbe impossibile recuperare in un altro modo. Nello zaino c’era anche la mia agenda, che è fondamentale perché gli appuntamenti con i pazienti sono davvero tanti. E poi i loro disegni, i messaggi di affetto che mi hanno lasciato... Per fortuna però nessuna delle cartelle conteneva dati sensibili».

Giulia ha già sporto denuncia alla polizia, la ricerca dello zaino e di chi può averlo rubato è ancora in corso. La refurtiva non è arrivata all’Ufficio oggetti smarriti del Comune. Lei ha lanciato anche un appello sui social che è stato condiviso da centinaia di amici e colleghe. Ma dopo quasi due settimane ancora nulla. «Sento ancora la botta, il ritrovarsi di colpo smarrita davanti al lavoro e alle mie responsabilità. E il senso di colpa verso i miei ragazzi. Ovviamente il percorso con loro non si ferma. Rifarò le attività, raccoglierò di nuovo i risultati. Quello che spero è che diffondendo la voce qualcuno possa aiutarmi nel ritrovare le mie cose. E che il ladro si metta una mano sul cuore e restituisca tutto». 

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