Le Civiche dei candidati si prendono i consensi dei partiti tradizionali

Il Pd si confermerebbe prima forza in città. Il centrodestra conferma le gerarchie nazionali
Il tricolore a Palazzo Loggia - © www.giornaledibrescia.it
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I candidati sindaco sono quattro, ma le civiche che li sostengono sono proliferate. Questo pesa sensibilmente sulle intenzioni di voto degli elettori e rischia di disegnare uno scenario politico in cui le forze politiche tradizionali potrebbero uscire dalle urne ridimensionate. 

Centrosinistra

La coalizione che sostiene Laura Castelletti è accreditata del 50,9%, addirittura un punto percentuale in più della candidata alla Loggia. Il Partito democratico secondo le stime di Ipsos si confermerebbe prima forza in città, con percentuali simili a quelle ottenute alle Politiche del 25 settembre, quindi attorno al 24%. Certo il risultato sarebbe decisamente inferiore a quello delle Regionali quando sulla spinta della candidatura di Del Bono i dem hanno ottenuto il 38% (per intenderci un risultato secondo solo a quello delle europee del 2014 quando arrivò fino al 46%).

La seconda forza della coalizione (e della città) sarebbe la civica Castelletti: al 16,5% addirittura testa a testa con Fratelli d’Italia. Questo sarebbe anche il portato politico della natura civica dell’attuale vicesindaca che tra il 2008 e il 2018, e per tre tornate elettorali, si era presentata agli elettori con la sua lista Brescia per Passione (archiviata lo scorso anno). Non sembra, invece, essere premiato il Terzo Polo che potrebbe fermarsi a ridosso del 4%: a pesare forse le fratture a livello nazionale e soprattutto un voto d’opinione che funziona alle Politiche ma non a livello locale. Ci sono poi tutte le altre Civiche: si tratta di capire se gli intervistati conoscono le diciture esatte o se poi voteranno alcuni esponenti che sono in questa o quella lista. 

Centrodestra

Lo stesso concetto vale per la coalizione che sostiene la corsa di Fabio Rolfi che può contare su tre civiche, ma in cui solo quella «personale» di Rolfi si piazzerebbe al 7,5%, per le altre due in traino potrebbe essere legato a singole personalità candidate. Venendo invece ai partiti tradizionali Fratelli d’Italia è accreditato di un 16%, la Lega è a ridosso del 9% e Forza Italia si attesterebbe al 6%: si tratta della stessa gerarchia a partire dalle Politiche dello scorso 25 settembre ha caratterizzato il centrodestra a livello nazionale, prima, e a livello regionale lombardo dopo il 12 e 13 febbraio. Complessivamente la coalizione rolfiana si fermerebbe al 40%, mentre quella a sostegno di Fontana 3 mesi fa, in città era arrivata fino al 43%. Solo qualche punto percentuale, ma resta il fatto anche in questo caso che le forze politiche vengono «cannibalizzate» dalle civiche dei candidati sindaco. Un percorso che Rolfi, per altro ha costruito dalla sua discesa in campo nel momento in cui si è presentato alla guida di quello che ha definito «centrodestra urbano» puntando subito su un profilo civico, nonostante le sue radici politiche siano ben salde nella storia della Lega bresciana. 

Terza coalizione

Per il candidato sindaco Alessandro Lucà l’obiettivo è chiaramente quello di essere ago della bilancia in caso di ballottaggio. Come si evince dai dati pubblicati nei vari grafici, in caso di secondo turno gli elettori del M5s propenderebbero in stragrande maggioranza per il centrosinistra. Difficile ipotizzare un eventuale apparentamento, ma il poter pesare potrebbe essere messo sul tavolo di una trattativa politica. I numeri in ogni caso, non premiano il Movimento 5 Stelle che pur ottenendo un risultato migliore di quello delle scorse Regionali, rischiano di rimanere comunque sotto il 5% a dimostrazione di una ormai endemica fatica nel radicamento a livello territoriale. La coalizione con Up e Pci inciderà per un punto percentuale. La Maddalena è al momento accreditata del 3% anche in questo caso i suoi voti potrebbero essere ghiotti solo in caso di secondo turno, soprattutto se i due contendenti principali dovessero trovarsi in una situazione di testa a testa, cioè divisi da pochi punti percentuali. 

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