L'attentatore «puntava le persone come birilli»

Il racconto di Dalila Staccoli, bresciana d'adozione, che è rimasta ferita nell'attentato di Nizza. «Mi sento una miracolata»
"MIRACOLATA E ORA TERRORIZZATA", PARLA LA BRESCIANA SOPRAVVISSUTA A NIZZA
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«Ho visto in faccia l'attentatore, da tanto era vicino. Era determinato a puntare le persone, come fossero birilli». Dalila Staccoli, 29 anni, di Cattolica ma bresciana d'adozione, la sera del 14 luglio era a Nizza insieme al compagno Alberto Martinelli, di Gussago, ed ai figli di lui. Il tir guidato dall'attentatore l'ha letteralmente sfiorata. Per riuscire a salvarsi la ragazza ha riportato diverse ferite.

«Mi ricordo tutto - racconta oggi - tranne come ho fatto a cadere» per schivare il mezzo pesante che arrivava verso di loro a tutta velocità sulla Promenade des Anglais. «Abbiamo visto i fuochi e stavamo rientrando a casa perché stava cominciando a piovere. All'improvviso abbiamo notato una barca della guardia costiera arrivare verso la riva puntando un faro sulla Promenade. Ci siamo girati e abbiamo visto arrivare il camion a tutta velocità. All'inizio pensavamo che l'autista fosse ubriaco».

Ma è bastato poco per capire che la realtà fosse del tutto diversa. «Ci siamo buttati di lato, poi da lì ho un vuoto. Ero a terra, ho perso i sensi». Quando ha riaperto gli occhi, la 29enne ha visto davanti a sé «il corpo di una donna senza braccia, tumefatto in volto. Cercavo di rialzarmi ma non sentivo le gambe. Il mio compagno Alberto tentava di tenermi sveglia. Anche alcuni passanti mi hanno aiutato a stare in piedi».

La coppia ha aspettato l'ambulanza per una ventina di minuti, ma «c'erano persone molto più gravi di me. Sembrava un campo di battaglia, c'erano corpi stesi a terra, gente agonizzante che non riusciva a muoversi». All'ospedale la coppia è arrivata usando la propria auto. Al Pasteur la donna è rimasta fino a lunedì mattina, con un trauma cranico, una frattura alla testa e alla mano e diverse contusioni. Dopo le dimissioni Dalila è tornata a casa dai genitori a Cattolica, prima di fare ritorno a Gussago dal fidanzato.

«Ritrovarmi davanti un camion del genere davanti un po' di terrore me lo farebbe - racconta oggi Dalila -. Ieri sera sono tornata a casa e vicino a Cattolica facevano i fuochi d'artificio. Sentirli mi ha riportato a quel momento. Passerà un po' di tempo ora prima che torni in zone affollate». 

 

 

 

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