L’anno scolastico comincia col sorriso: «Finalmente in classe senza mascherine»

Michele Maestroni
Con la prima campanella si torna alla normalità: basta alla Dad, ma rimane l’incognita riscaldamento
  • La scuola ricomincia senza le restrizioni anti-Covid
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Sono da poco passate le sette e mezza, quando nel piazzale davanti all’Iis «Grazio Cossali» di Orzinuovi cominciano ad apparire i primi studenti. Scendono dalle macchine dei genitori e si appostano sul marciapiede lungo la recinzione, di fianco al cancello d’ingresso. Una ragazza sbadiglia.

Due compagne di classe si abbracciano, contente di ritrovarsi dopo le vacanze estive. Una manciata di ragazzi si rinchiude in un cerchio scherzando tra di loro. Hanno tutti lo stesso sorriso che fa trasparire l’emozione e il nervosismo tipico dei nuovi inizi Lo si riesce a vedere perché è la prima volta dallo scoppio della pandemia che quel sorriso non è coperto da una mascherina.

Ritorno alla normalità

Sono oltre 7 milioni in tutta Italia gli studenti che ieri sono tornati in classe - 140mila solo nel bresciano. E dopo due anni anche loro si possono concedere il lusso di lasciare la mascherina riposta da qualche parte nello zaino. Molti non nascondono il sollievo. «Sono contenta di non doverla più indossare in classe. Finalmente posso vedere il volto dei miei compagni e capire meglio i professori, perché con la mascherina durante le lezioni spesso facevano fatica anche loro» dice Giorgia, al terzo anno di liceo linguistico.

Addio Dad

La Dad è un’altra misura anti-Covid che (allo stato corrente) non verrà più attuata, e che anche gli studenti si lasciano alle spalle volentieri, specialmente chi dovrà prepararsi all’esame di maturità. «Per me la Dad ha funzionato tra alti e bassi a causa dei problemi di connessione. Penso che il modo migliore per imparare sia in presenza» racconta Davide, che da quest’anno frequenterà il Professionale Meccanica.

Per gli studenti più piccoli iniziare la scuola senza mascherina è molto importante perché rende più facile conoscere (e riconoscere) i compagni e fare amicizia. «Il bello della scuola è stare insieme ai compagni. Spero di non tornare più con le lezioni a distanza o la mascherina in classe», confessa Veronica, anche lei una «primina» iscritta allo scientifico. «È un riorno alla socialità dato che gli intervalli si potranno di nuovo trascorrere fuori dalle aule» aggiunge Federico, studente al terzo anno dell’indirizzo di Amministrazione, Finanza e Marketing.

I professori

Man mano che le otto si avvicinano, i ragazzi e le ragazze cominciano a formare gruppi sempre più folti - quelli che una volta avremmo chiamato «assembramenti» - tanto da intralciare gli autobus di linea che alla fermata nel parcheggio scaricano decine di altri giovanissimi. Compaiono anche i professori. Alcuni sgusciano tra la folla, altri radunano i nuovi iscritti per guidarli tra il porticato. «È un giorno emozionante anche per noi. Pensi che oggi è la prima volta che posso vedere il volto dello studente che accompagno da due anni» dice un’insegnante di sostegno. «Siamo fiduciosi che stavolta andrà tutto bene per davvero» aggiunge una professoressa dell’Itis.

La questione riscaldamento

Se per gli studenti la novità del primo giorno ha avuto la meglio sul sonno, per il personale scolastico la normalità ritrovata ha eclissato almeno per un giorno le altre preoccupazioni. Prima tra tutte quella sul caro energia e il riscaldamento delle aulee, un nodo che diventerà sempre più importante con l’arrivo dell’inverno.

«Faremo delle valutazioni nelle prossime settimane. Vorremmo evitare che i ragazzi siano i primi a pagare questo nuovo problema. Per quanto riguarda le disposizioni governative che consigliano di arieggiare le stanze per contenere il contagio, cercheremo di utilizzare il buonseso per far coesistere bollette e salute» spiega la vicepreside dell’istituto Annamaria Bordonaro. «Per oggi prevale la positività e il piacere di ricominciare senza l’ansia di prima - aggiunge il dirigente scolastico Luca Alessandri - Auguro a tutti gli studenti di sentirsi davvero tornati alla vita di tutti i giorni, mantenendo ovviamente un minimo di attenzione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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