L'acqua, un bene conteso

Gli agricoltori la chiedono, gli operatori turistici la pretendono, i produttori idroelettrici la centellinano e qualcuno... la ruba. Nella peggiore siccità ereditata dalla primavera più torrida degli ultimi settant’anni, ognuno «tira l’acqua al proprio mulino».
Sarcasmo fuori luogo, si dirà. Forse! Fatto sta che di oro blu ce n’è veramente poco e chi ce l’ha, quel poco, se lo tiene ben stretto, sperando che basti per arrivare alla fine di un’estate appena cominciata. Così la richiesta delle associazioni di categoria di utilizzare l’acqua del lago di Idro per alimentare il fiume Chiese e quindi i campi agricoli, viene respinta al mittente dal Consorzio degli operatori turistici dell’Eridio: «Comprendiamo le ragioni - dicono i consorziati - ma così facendo andremmo nei guai noi».
Stesse parole che i sindaci del lago di Garda rivolgono all’Autorità di bacino del fiume Po che chiede di utilizzare l’acqua del Benaco per salvare il fiume padano. Un lago che ha perso 10 cm negli ultimi 10 giorni, che già cede 70 metri cubi di acqua al secondo per alimentare il Mincio, «di più non può fare».
Al momento i problemi sembrano interessare per lo più alcune categorie produttive e non le utenze domestiche. Ma come finirà? Che se non piove… saremo tutti «con l’acqua alla gola» (ops!).
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