La storia del ristorante indiano di Castenedolo che spopola per i matrimoni etnici

Il King Palace, aperto nel 2018 dall'imprenditore Rinku Saini, attira coppie di diverse nazionalità da tutto il Nord Italia
  • Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
    Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
  • Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
    Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
  • Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
    Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
  • Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
    Il King Palace svetta lungo la sp 236: una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano
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Rinku Saini all’anulare e al mignolo della mano sinistra porta due anelli. Sono la prima cosa che ci mostra, dopo la stretta di mano. Sui cerchietti in metallo che fasciano le dita, ha fatto montare due monete. Una da dieci e l’altra da venti centesimi di euro. «Sono gli ultimi soldi che mi erano restati in tasca dopo il disastro». Rinku Saini, 44 anni, oggi è un imprenditore della ristorazione, punto di riferimento dei matrimoni etnici nel Bresciano. La sua vita, però, non è sempre stata facile.

Originario del Punjab, regione dell’India al confine con il Pakistan, è proprietario di tre locali: a Reggio Emilia, a Palidano di Gonzaga (Mantova) e a Castenedolo. E proprio nel paese dell’hinterland bresciano ha sede il King Palace, che dall’apertura nel 2018 è diventato gettonatissimo dai migranti di altre nazionalità che vogliono celebrare il loro matrimonio. «Non solo residenti a Brescia, a dire il vero - specifica Saini -. I nostri clienti arrivano da tutta Italia, a volte anche dalla Germania e dall’Inghilterra. E non sono solo indiani: qui si sposano coppie albanesi, pakistane, senegalesi, rom».

Da circense a uomo d’affari

  • Rinku Saini e i suoi due anelli fatti con i centestimi di euro
    Rinku Saini e i suoi due anelli fatti con i centestimi di euro
  • Rinku Saini e i suoi due anelli fatti con i centestimi di euro
    Rinku Saini e i suoi due anelli fatti con i centestimi di euro

Incontriamo Saini nel suo ufficio al King Palace. La parete alle sue spalle è tappezzata da fotografie che lo ritraggono in posa con i più grandi cantanti di musica punjabi. Tra loro Babbu Maan, artista da 1,5 milioni di follower su Instagram, che in patria è osannato da fan di tutte le età. È paragonabile a Vasco Rossi in Italia, per capirci. «Ho molti contatti nel mondo dello spettacolo - spiega -. Nel 2019 ho portato a Castenedolo il musicista pop Harf Cheema, andato subito sold out. Lo faccio per la comunità indiana: qui è molto numerosa». Solo in città a Brescia, secondo gli ultimi dati diffusi dal Comune, risiedono 2.615 persone di nazionalità indiana. Allargando lo sguardo su tutta la provincia, secondo l’ultimo censimento Istat, sono oltre quattordicimila. «Tutti miei potenziali clienti» ammicca il manager.

Tra i concerti in tabellone nel 2022 a giugno c’era Singga, un’altra star che veleggia sui 235mila ascoltatori mensili su Spotify. «Sarebbe stato un altro successo sicuro, ma l’ho annullato per rispetto dopo l’assassinio di Sidhu Moose Wala». Il riferimento è all’attentato dello scorso 29 maggio, quando il celebre cantante indiano di 28 anni è stato ucciso da una raffica di proiettili mentre era a bordo della sua jeep. Un omicidio che, per rilevanza e impatto sul mondo della musica, ricorda molto quello del rapper statunitense Tupac.

Rinku Saini quando lavorava al circo - © www.giornaledibrescia.it
Rinku Saini quando lavorava al circo - © www.giornaledibrescia.it

Rinku Saini muove i primi passi nel mondo dell’intrattenimento nel 1998, quando dalla città natale Nawanshahr si trasferisce a Catanzaro. «Lavoravo in un circo, facevo le pulizie». Poi un giorno il trampoliere si è licenziato, all’improvviso. «Era la mia occasione. Mi sono esercitato giorno e notte finché non ho imparato». Così, da assistente a bordo pista diventa la star. E si scopre anche giocoliere, mangiatore di fuoco e incantatore di serpenti.

Qualche anno dopo il trasferimento a Mantova, il matrimonio, due figli e l’apertura del primo ristorante kebab. Poi quello che lui chiama «il disastro»: «Mia moglie si è ammalata, io ho dovuto dedicarmi alla casa e ai bambini che erano piccoli, ho perso il lavoro e tutto il denaro che avevo risparmiato». Un periodo molto buio, in cui Saini ha visto scomparire molti amici, «ma tanti altri mi hanno aiutato. Qualcuno, anche alcune banche, mi ha prestato dei soldi: li ho restituiti tutti». E ci fa vedere ancora una volta i due anelli, che oggi simboleggiano riscatto e ambizione.

Un «palazzo reale» in un capannone

Il palco su cui siedono gli sposi durante il ricevimento - © www.giornaledibrescia.it
Il palco su cui siedono gli sposi durante il ricevimento - © www.giornaledibrescia.it

Nel 2018, quando è già gestore di due ristoranti indiani, Saini prende in affitto una porzione di capannone a Castenedolo lungo la sp 236, che in quel punto prende il nome di via Brescia, con l’intenzione di farne una location per matrimoni. Prima del cambio di gestione, il locale era una pizzeria piuttosto malconcia. «Ho ribaltato tutto».

L’edificio è stato svuotato, ripulito, messo completamente a nuovo e la facciata esterna ridipinta di rosa salmone, come la recinzione del piazzale del parcheggio. Dunque ora, incastonato tra un’azienda di ingranaggi e a venti passi da un fast food americano, proprio di fronte all'ingresso delle Officine Meccaniche Rezzatesi, sorge il King Palace. Un cubo di cemento che sembra un confetto, con un gigante cuore di fiori finti che incornicia una scalinata, protetta da quello che ai tempi degli antichi greci sarebbe stato definito pronao da cui penzolano svariati grappoli di glicine, anche questi sintetici. Impossibile non notarlo per le migliaia di automobilisti che ogni giorno sfrecciano su quella provinciale trafficatissima. Una pennellata di Bollywood nell'hinterland bresciano.

Il locale durante l'allestimento per un matrimonio - © www.giornaledibrescia.it
Il locale durante l'allestimento per un matrimonio - © www.giornaledibrescia.it

Ma perché un ristorante per matrimoni proprio qui? «È vicino al tempio sikh (il Gurdwara Baba Budha Ji Sikh Center che sorge in zona industriale) e a un hotel che può ospitare gli invitati che arrivano da lontano, vengono in pullman». Per molte coppie di migranti, anche se sarebbe il sogno di molti, tornare nel Paese d’origine per sposarsi è molto difficile, oltre che costoso. Tanti abitano a Brescia da anni e sono stati seguiti dalle famiglie, per cui la comunità in cui vivono - e hanno conosciuto i fidanzati - è spesso più numerosa qui.

L’arredamento del King Palace è moderno: pavimenti neri tirati a lucido, un sistema complesso di controsoffitti con faretti colorati, drappeggi alle finestre, banco bar vicino all’ingresso e un grande palco in fondo alla sala. «Serve per gli sposi, che nel ricevimento indiano devono stare in risalto, seduti su un divanetto». Il ristorante può contenere dai 300 ai 500 coperti, «è uno dei nostri punti di forza: non abbiamo problemi di capienza e c’è spazio per ballare». E la musica ai matrimoni, sia sikh che indù, è fondamentale. Lo testimonia la pachidermica postazione del dj, che domina il King Palace ed è dotata di un impianto audio e video che sarebbe adatto a un festival. «La musica e le danze iniziano da subito, non solo dopo cena come nei matrimoni occidentali».

Come funziona il matrimonio indiano

Il King Palace ospita principalmente matrimoni indiani e nel caso di quelli indù Saini organizza persino la cerimonia (che si può svolgere anche fuori dalla chiesa, sotto a un baldacchino a quattro colonne che si chiama mandap). «Praticamente faccio anche da wedding planner». Gli sfarzosi allestimenti, curati con un decoratore, vengono disegnati e realizzati su commissione degli sposi, oppure i clienti possono scegliere da un catalogo digitale. Ci mostra il suo cellulare: in memoria ha un enorme portfolio fotografico, costruito cerimonia dopo cerimonia.

«Ospitiamo in media tre matrimoni a settimana e l’unico mese in cui ci fermiamo è agosto, perché fa troppo caldo». Fiori, centrotavola, fiocchi sulle sedie: tutto cambia a seconda del tema, spesso in coordinamento con i tessuti vivaci e preziosi scelti dalle donne della famiglia. Grande attenzione, ovviamente, è dedicata al rispetto delle tradizioni indiane, che al King Palace lo staff (circa 15 addetti) conosce a menadito.

I vari riti del matrimonio sikh impegnano quasi una settimana, ma il giorno clou è quello della cerimonia religiosa. Solo i parenti stretti vanno in chiesa, dove tra canti sacri e preghiere al suono dell'harmonium e del tamburo tabla, i fidanzati vengono uniti in matrimonio, con i quattro giri tradizionali attorno al libro sacro. Dopo il cambio d’abito, l’ingresso in sala della coppia nuziale sikh avviene con i fratelli e i cugini della sposa che reggono sulle loro teste una struttura decorata con dei fiori, in segno di protezione.

Il cibo tradizionale

Uno dei ricevimenti al King Palace: il locale ha fino a 500 coperti - Foto tratta dalla pagina Facebook
Uno dei ricevimenti al King Palace: il locale ha fino a 500 coperti - Foto tratta dalla pagina Facebook

Rinku Saini ha una fissazione ed è l'autenticità della cucina indiana. Durante il nostro incontro sottolinea come sia raro trovarla a Brescia: «Mio padre era cuoco, io so cucinare da quando avevo 9 anni. Per preparare alcuni piatti tipici serve una tecnica manuale molto precisa. Ad esempio per fare i jalebi (piccoli pretzel dolci cotti nello zucchero) serve essere parecchio esperti».

La stessa cura maniacale è dedicata ai buffet dei matrimoni che - solitamente con tre cambi di menù - allietano la festa. Dal mattino per gli invitati che non sono andati in chiesa vengono preparati pakora (frittelle dolci e salate), altri stuzzichini e dolcetti artigianali, quando poi arrivano le famiglie esce il secondo round dalle cucine. Spazio dunque a altre pietanze tra cui il gol gappa (pane fritto con peperoncino, patate, cipolla e ceci) e il pollo tandoori. Mentre si prosegue con le danze, marito e moglie stanno sul palco per fare le foto con i parenti e ricevere i regali.

Infine si passa alla cena, durante la quale si degustano portate come il shahi paneer (formaggio al curry con cardamomo e peperoncino), il butter chicken (a base di pollo) e il mutton (agnello). Moltissimi i dolci, tra cui il rasmalai, un impasto impregnato nella panna, ripieno di zafferano e pistacchi e aromatizzato con cardamomo. «Non basta conoscere le ricette - sentenzia Saini - bisogna saperle preparare. Per questo i connazionali si rivolgono a noi».

E per il futuro? «Stiamo lavorando per aprire anche a Cremona. Nel frattempo, siamo alla ricerca di camerieri, perché con questo ritmo ci serve sempre più personale».

(hanno collaborato Rajatpal Singh e Ilda Skrijelj)

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