La stampante fa slittare la proclamazione della sindaca Castelletti
Quando si dice «colpa della burocrazia». Stavolta però non è la solita frase fatta o un intercalare qualsiasi: a finirci impigliata, nelle maglie di una burocrazia che sfiora quasi il ridicolo, è stata proprio la Loggia. Il fatto: quello di ieri doveva essere il giorno della proclamazione di Laura Castelletti sindaco. «Non si può andare oltre, assolutamente» è stata la voce perentoria dei funzionari. E, invece, si è consumato, come direbbe Carlo Emilio Gadda, «quer pasticciaccio brutto» dell’Ufficio elettorale centrale.
Tradotto: il burocratismo e la fine della carta per la stampante (no, non è uno scherzo) hanno congelato e fatto slittare la firma dell’incarico a Castelletti. Che, insieme al suo staff, è stata oltre quattro ore e mezza trincerata a Palazzo Loggia - dopo una giornata intera all’insegna dell’incertezza - in attesa di informazioni chiare. Lei, nel frattempo, ha comunque lavorato per la città come sindaco facente funzione, ma ha dovuto posticipare tutti gli appuntamenti in agenda dalle 18 in avanti.
La giornata
Ore 10 del mattino: «Non ci sono ancora i documenti, ci aggiorniamo verso pranzo». Ore 13.30: «Ancora niente». Brainstorming delle 17.30: la neoeletta sindaca è convocata alle 18. Ore 18.30, tutti in postazione da mezz’ora: zero, «si va a sera, forse alle 19». Dallo scivolo burocratico sembra che si riesca a scendere toccate ormai le 20: «Finalmente dovremmo esserci, hanno dato l’ok». Nulla da fare: allo scoccare di ogni ora, la telefonata che a un certo punto ha assunto il sapore di una commedia: «Ancora un’oretta».
La cerimonia
Venerdì 19 maggio, il giorno della fine dei riconteggi e della chiusura dei verbali. Il giorno indicato da Ufficio elettorale e segreteria generale del Comune per ufficializzare la decisione di 45.895 elettori che hanno designato, nelle urne, Laura Castelletti sindaco. Si chiama «proclamazione» per l’esattezza, una cerimonia che non fa mai troppo clamore, piuttosto fulminea e dimessa di solito: quella ufficiale in pompa magna è storicamente l’insediamento insieme al Consiglio comunale. Ma è un rito essenziale: senza questa firma, la città resta con il sindaco facente funzione (che nel nostro caso, coincidono).
Giornata di rinvii
È stata una giornata di attese e di rinvii quella di ieri, colma di lunghi momenti di vuoto appesi ai conteggi, ai riconteggi e ai verbali, lavoro coordinato dal magistrato Giulia La Malfa. Una filiera che a tarda sera si è inceppata anche per episodi banali: la fine della carta della stampante. Al termine di una giornata da teatro dell’assurdo, alle 22.40, ci si lascia così: la proclamazione dovrebbe essere firmata (il condizionale è quantomai d’obbligo) nella giornata di oggi, ma siccome la Prefettura è chiusa il giuramento dovrebbe avvenire a questo punto lunedì.
Fase di ascolto

Pensiero all'Emilia
Un pensiero va poi a questi giorni neri dell’Emilia Romagna: «Riesco a immaginare l’angoscia dei sindaci, perché ricordo bene cosa hanno significato per la nostra città i mesi della pandemia e voglio manifestare loro tutta la mia vicinanza». Ma un «saluto speciale» lo ha voluto rivolgere anche «alle 32 sindache che nei giorni scorsi mi hanno mandato un messaggio di buon lavoro molto bello, trasversale e senza colorazione politica». A proposito di messaggi, nonostante i giorni scorsi siano stati dedicati a rispondere a ciascuno singolarmente, ne ha ancora 798 da leggere: «Nelle prossime ore risponderò a tutti» assicura. L’unica parentesi di qualche ora se l’è ritagliata ieri e l’ha dedicata alle sue figlie dopo aver pranzato con Emilio Del Bono, che le ha di fatto passato il testimone: «Di toto Giunta non si è discusso - assicura -, abbiamo solo avviato il doveroso passaggio di consegne».
La buonanotte
Alle 22.40, con la banda sistemata sotto il porticato della Loggia per il concerto programmato, l’ingresso principale del Palazzo è fuori uso: ci sono i tamburi, non si può passare. Castelletti e il suo staff escono dall’uscita laterale, dove sta il garage delle auto comunali. «Una giornata assurda» concordano tutti, specie pensando alla ragione più bizzarra: la fine della carta della stampante. Ma alla fine, la sindaca ci ride su: ha un aneddoto in più da raccontare «e io sono sempre a disposizione della mia città».
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