La sanità bresciana regge l’urto della seconda ondata di Covid

Tutti gli ospedali hanno liberato posti letto anche per soccorrere pazienti provenienti da Milano e provincia
COVID, LA SITUAZIONE A BRESCIA
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Brescia regge. Gli ospedali si sono organizzati per ricoverare pazienti con Covid-19 e, nel contempo, garantire la cura di tutte le altre malattie. Tutti i presidi della rete bresciana - pubblici e privati accreditati - hanno liberato posti letto per non farsi cogliere impreparati. Perché se è vero che nel Bresciano il numero di persone da ricoverare è relativamente contenuto, lo stesso non si può dire di Milano e provincia, ma anche la Brianza e Varese. «Qui sta saltando il banco» ha detto un medico di un importante ospedale milanese che solo ieri ha ricoverato 60 pazienti Covid.

La gestione della seconda ondata ha come obiettivo quello di evitare che un solo ospedale della Regione collassi. Dunque, quando i milanesi non ce la fanno più, i pazienti vengono spostati a Brescia o in altre province in cui la pressione è inferiore. Anche ieri sono proseguiti i trasferimenti di alcuni pazienti da Milano a Brescia, mentre gli ospedali e i presidi delle quattro Asst della nostra provincia stanno gradualmente aumentando i posti letto. Una trentina sono stati messi a disposizione anche da Poliambulanza, che ha liberato il piano della Day surgery e lo stesso numero all’Istituto clinico Sant’Anna.

Il Civile - come ha dichiarato al nostro quotidiano il direttore generale Massimo Lombardo, ha messo a punto un piano che prevede l’aumento graduale dei posti - da 14 anche fino ai 30 in terapia intensiva ed una crescita fino a 120 nei reparti per acuti - in base all’andamento della pandemia. Con una differenza rispetto a quanto accaduto durante la prima ondata: i malati, anche i più gravi, rimangono ricoverati mediamente meno giorni di quanto non accadesse a marzo-aprile e questo permette un più rapido turn-over. Non solo. Chi è in condizioni di salute peggiore e magari richiede anche la Terapia intensiva, viene ricoverato al Civile che è uno dei 18 ospedali di riferimento (hub) per il Covid della Regione.

Gli stessi pazienti del Civile, se migliorano ed hanno bisogno di cure meno intensive, vengono trasferiti a Montichiari o a Gardone Val Trompia dove sono stati liberati una sessantina di posti totali. Altri posti, sempre per situazioni meno gravi, si stanno gradualmente riempiendo in tutti gli ospedali della provincia dove sono stati chiusi o accorpati reparti. Ricordiamo, anche, che in tutti i presidi ospedalieri «spoke» sono stati annullati gli interventi chirurgici che possono essere rinviati per «liberare» medici ed infermieri pronti per affrontare l’emergenza Covid. Al Civile l’attività chirurgica viene garantita all’80%, mentre per tutti continuano le prestazioni ambulatoriali.

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