La rsa «Tonini Boninsegna» in Maddalena cerca fondi per la ristrutturazione

La residenza sanitario-assistenziale per persone con disabilità fisica e intellettiva anche grave «Tonini Boninsegna» ha bisogno di una profonda ristrutturazione aziendale e strutturale. Un intervento che vale 5 milioni di euro, ciclopico ma necessario. «Perché la nostra storia possa continuare - spiega Stefano Salvoni, presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa di gestione, formata dai famigliari degli ospiti della struttura - c’è bisogno di una ristrutturazione aziendale, così da rendere la gestione della cooperativa più efficiente, digitale e al passo con i tempi. Sono previsti anche interventi di ammodernamento dell’edificio, sia a livello sismico che impiantistico. Realizzata negli anni ‘60, la struttura va ammodernata anche dal punto di vista energetico, con pannelli fotovoltaici, un impianto di videosorveglianza ed altro ancora. Il tutto nell’ottica di incrementare il benessere degli ospiti».
La storia
Dal 1976 la Tonini Boninsegna ha sede in via Buttafuoco, diramazione di via San Gottardo, sulla salita per la Maddalena. La struttura è accreditata per ospitare 74 persone, suddivise in cinque nuclei: due maschili, uno femminile e due denominati «sanitari», dove risiedono gli ospiti con una componente assistenziale e sanitaria più marcata. Per garantire infermeria, cucina, lavanderia e servizi vi lavorano 80 persone, oltre al personale delle aziende esterne. «Gli ospiti - spiega il direttore Mauro Pradella - sono seguiti da educatori professionali, fisioterapisti, psicologi e medici che lavorano nell’ambito di un’équipe multidisciplinare. L’obiettivo è garantire loro un’adeguata qualità della vita, puntando alla loro serenità. Per questo, la residenza promuove attività varie: laboratori di cucina, stimolazione sensoriale, teatro, bocce, ippoterapia, passeggiate nel parco adiacente alla struttura... Gli ospiti che sono in condizioni sanitarie compatibili trascorrono anche vacanze al lago o al mare».

I fondi
Tante belle cose, che però costano… «Un primo preventivo parla di 5 milioni di euro. Speriamo bastino: prima della crisi erano due milioni e mezzo, ora i soldi necessari sono quasi raddoppiati». Dove pensate di trovarli? «Attiveremo raccolte fondi da privati ed enti pubblici - sottolinea il presidente -; chiederemo il 5 per mille… Le proveremo tutte, insomma. Abbiamo anche la necessità di farci conoscere, perché, anche se siamo attivi da 46 anni, molti ignorano quel che facciamo. Lavoreremo anche in questa direzione. Il 9 settembre, nel cortile del Broletto abbiamo organizzato un concerto con Bandafaber, una della band più famose a brave della provincia. È l’inizio di un percorso che ci porterà nelle case dei bresciani».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
