Coronavirus, «operatori nelle Rsa in condizioni inaccettabili»

Diffida congiunta ai direttori delle strutture di tutta la provincia da parte dei tre principali sindacati
Un medico indossa la mascherina protettiva - Foto Ansa/Epa Yahya Arhab © www.giornaledibrescia.it
Un medico indossa la mascherina protettiva - Foto Ansa/Epa Yahya Arhab © www.giornaledibrescia.it
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«Ci risulta che il personale in servizio presso le Strutture Sanitarie Pubbliche/Private, ASP e Strutture Socio Sanitarie (RSA – Residenze Disabili) operi in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza previsti, il tutto con la conseguente possibile messa a rischio della salute degli operatori stessi e degli utenti. Stante l’attuale situazione pandemica del coronavirus, la cosa è evidentemente inaccettabile».

Lo dicono senza mezzi termini in un documento congiunto le tre principali organizzazioni sindacali della funzione pubblica. Cgil, Cisl e Uil hanno formalizzato nero su bianco una diffida congiunta ai direttori di tutte le Rsa della provincia. Ai quali viene pertanto chiesto di «produrre le indispensabili condizioni di tutela del singolo operatore, della collettività e della Salute Pubblica. In assenza di un riscontro – si legge nella diffida – agiremo in tutti i modi e in ogni sede per tutelare la sede degli operatori e della cittadinanza tutta».

Sono settimane di enormi difficoltà, quelle in cui si dibattono molte strutture analoghe che operano nel sociale - casi divenuti tristemente emblematici sono quelli della Rsa di Barbariga e della Tonini Boninsegna di Brescia - anche a causa dell'indisponibilità sul mercato di molti dei dispositivi fondamentali al tempo del covid-19, divenuti più preziosi e ricercati dell'oro.

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