La Rete EquoGas rimane senza sede: «Ordinanza ingiusta»

Per il Comune nel locale c’era attività commerciale: ora il sodalizio è alla ricerca di una nuova casa
In centro. La vecchia sede in piazza IV Novembre
In centro. La vecchia sede in piazza IV Novembre
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Un’associazione storica del paese è alla ricerca di una nuova sede. A Flero la Rete EquoGas si è infatti ritrovata, pochi giorni fa, senza più un luogo di ritrovo in cui operare le proprie attività: un’ordinanza emessa dall’Amministrazione guidata dal sindaco Pietro Alberti ha infatti stabilito che l’appartamento, usato da La Rete EquoGas non fosse idoneo ad ospitare attività commerciale.

«Abbiamo agito senza intenzioni persecutorie - ha quindi spiegato Alberti - ma guidati dalla volontà di rispettare la legalità e le vigenti regole del Pgt. Abbiamo verificato un’inadempienza che non può certamente essere imputata all’ente, era infatti necessario compiere un cambio di destinazione d’uso dei locali, cosa che non è stata fatta. Nulla è stato fatto per colpire in particolare un’associazione del nostro territorio, ritenevano solo di dover intervenire per regolamentare la situazione».

Il Gas ha quindi deciso, d’accordo con il proprietario dell’appartamento, di rescindere il contratto d’affitto e di liberare i locali; nel frattempo il gruppo, guidato da Daniela Parolini, ha inoltrato una richiesta al Comune per avere uno spazio in cui continuare l’attività dell’associazione, richiesta però respinta in quanto «in questo momento non ci sono locali a disposizione adeguati alle esigenze».

Difficoltà. L’Amministrazione comunale ha però aggiunto che, qualora in futuro dovessero liberarsi spazi consoni, la richiesta dell’associazione verrà presa in considerazione. «Le nostre attività continuano comunque - ha spiegato Parolini -, per noi è fondamentale superare anche questo momento. Certo è che in questi due anni abbiamo riscontrato alcune difficoltà: eravamo nella nostra sede in piazza IV Novembre da quattro anni, la nostra associazione non può essere considerata commerciale e ritenevamo di essere in regola. Non siamo un negozio, per partecipare alla spesa bisogna essere soci».

Lo statuto. Ora siamo un po’ tornati alle origini - continua Parolini -: senza una sede le distribuzioni avvengono nelle case dei vari soci. Siamo alla ricerca di un nuovo luogo che ci possa ospitare, ci stiamo riorganizzando e confidiamo comunque di risolvere la situazione con le nostre forze, impegnandoci come abbiamo sempre fatto in tutti questi anni». Il sodalizio ha in programma anche un aggiornamento dello statuto: «Per far sì che siano ancora più chiare quali sono le nostre finalità, come per esempio la promozione del sociale, del chilometro zero e dei prodotti locali».

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