La prefetta Laganà: «Servono alloggi per 300 famiglie ucraine»

Si tratta in totale di circa mille profughi ora ospitati in luoghi provvisori. In totale in provincia di Brescia sono arrivate 6.100 persone
CERCASI ALLOGGI PER I PROFUGHI
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«Abbiamo urgenza di sistemare 300 nuclei familiari di profughi ucraini. Sono persone che hanno un alloggio provvisorio, non sono in mezzo alla strada, ma in una situazione che non può durare ancora a lungo». Un migliaio di persone in cerca di casa. Un’emergenza nell’emergenza, che necessita di una soluzione a breve termine.

A lanciare l’appello è ancora una volta la Prefettura di Brescia che, per rispondere a questa urgenza, si sta muovendo su due fronti. «Anzitutto ampliando la rete dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria ndr) - chiarisce la prefetta Maria Rosaria Laganà -. Ad oggi sono 130 gli ucraini ospiti in queste strutture, ma stiamo completando le procedure per la definizione di una manifestazione di interesse che se dovesse andare a buon fine renderebbe disponibili altri 250 posti. Vediamo se si concretizzeranno. Altra partita è quella dei Comuni. Stiamo lavorando a una convenzione da sottoscrivere con la Valcamonica e con i Comuni dell’ambito della Bassa bresciana, che se andasse in porto ci consentirebbe di reperire altri posti importanti».

I numeri

Nella nostra provincia sono arrivati in tutto (il dato è di ieri mattina) 6.100 profughi ucraini, di cui quasi 2.800 bambini. La maggior parte di queste persone è riuscita a trovare ospitalità presso amici o parenti, soluzioni che solo in parte si sono stabilizzate. Con il trascorrere delle settimane, dall’iniziale boom di arrivi, il flusso dei profughi si è gradualmente ridotto, anche se le emergenze, il numero di profughi da sistemare, si è mantenuto più o meno sempre stabile.

«Qualche giorno fa - continua Laganà - il Dipartimento di Protezione civile ha pubblicato un bando per 15mila posti a livello nazionale. Vedremo che risposta avrà e quali risvolti ci saranno sul nostro territorio. Se finora siamo riusciti a tamponare le emergenze e trovare un tetto a chi altrimenti non aveva una casa lo dobbiamo anche al grande sforzo che stanno facendo le parrocchie e la Caritas. Se si concretizzano i posti che abbiamo immaginato, tra la manifestazione di interesse e le convenzioni con i comuni, potremmo risolvere il problema dei 300 nuclei familiari».

I minori

Dei quasi 2.800 bimbi giunti sul nostro territorio la maggior parte è accompagnato da un genitore, spesso la mamma, altri da un tutore, sul quale il Tribunale dei minori sta facendo le opportune verifiche. «Per fortuna non ci sono casi di bimbi non accompagnati, anche se vanno fatte le dovute verifiche sui tutori con cui molti minori sono arrivati. Ma al momento non abbiamo situazioni di emergenza».

I contributi

Altro capitolo aperto è quello relativo al contributo a fondo perduto annunciato dal governo per i profughi(300 euro per gli adulti e 160 per i minori), di cui non si hanno sviluppi. «Il Dipartimento di Protezione civile sta definendo le modalità di erogazione di questo sussidio, se possa farsi carico della distribuzione il sistema bancario oppure no. Certo una volta erogato potrebbe consentire a queste persone di trovare una sistemazione alloggiativa autonoma o di contribuire al bilancio familiare di chi li sta ospitando». 

Soddisfatta, infine, Laganà sulla risposta del territorio: «Ho apprezzato la consapevolezza che c’è della necessità di farsi carico di quelle esigenze che queste presenze comportano».

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