La panca-installazione alla stazione metro Vittoria
Si prega di toccare. Anzi, si prega di sedersi. La panca-installazione di Nathalie Du Pasquier inaugurata ieri nella stazione metro Vittoria come nuovo tassello del progetto SubBrixia è lì proprio per questo: «Ho voluto fare qualcosa per chi magari si dà appuntamento in metro e vuole sedersi mentre aspetta» spiega l’artista nata a Bordeaux 65 anni fa ma dagli anni Ottanta stabilmente a Milano dove ha lavorato come designer nel gruppo Memphis con Ettore Sottsass, prima di dedicarsi all’arte tout-court. E se mentre si attende ci si trova immersi nel bello, tanto meglio.
Calore e cuore
Perché è vero che la nostra metropolitana «è apprezzata per la sua efficienza - ha sottolineato il sindaco Emilio Del Bono ieri durante l’inaugurazione - ma ora deve diventare attrattiva, e l’arte è lo strumento che consente di aggiungere calore e cuore all’infrastruttura». Con un occhio anche a Bergamo Brescia Capitale della Cultura, e oltre. «Il progetto SubBrixia mette in dialogo innovazione tecnologica e arte - ha sottolineato la vicesindaca Laura Castelletti - e si candida a diventare un vero e proprio museo sotterraneo lungo la linea del metrò».
«Per il 2023 contiamo di allestire almeno un paio di altre stazioni - ha aggiunto Italo Folonari, presidente di Ubi Fondazione Cab che ha raccolto da Brescia Musei il testimone del progetto - e di arrivare a sei nel 2024, per dare il segnale che la Capitale della Cultura non si ferma al 31 dicembre del prossimo anno».
Così, dopo l’installazione «Brixia» di Marcello Maloberti nella stazione metro Fs nel 2015 (è il cartello rovesciato con la scritta «Brescia» che accoglie i visitatori suscitando curiosità e interrogativi), l’opera «Gothic Minerva» di Patrick Tuttofuoco nel 2016 nella stazione San Faustino (che con la sovrapposizione di due disegni a neon fluo allude alla stratificazione archeologica e storica ben visibile a chi scende le scale), ora è «Mind The Gap» di Du Pasquier, con il mosaico di piastrelle colorate e le linee geometriche dell’insegna sull’architrave sopra la scala d’accesso e della panca-installazione, ad alludere alle architetture metafisiche di piazza Vittoria e a tradurre in un «dipinto in 3D» (così lo ha definito il curatore del progetto Luca Lo Pinto) il suo stile pittorico sintetico e coloratissimo.
L’installazione
Se l’installazione dà anima ad uno spazio attraversato da migliaia di persone quotidianamente, Metro Brescia (col presidente Flavio Pasotti) e il Comune (con l’assessorato alla Mobilità guidato da Federico Manzoni) hanno dato il loro supporto alla realizzazione di un’opera «in un contesto complesso, di grande passaggio, per la quale sono state rispettate tutte le norme di sicurezza conciliandole con la massima libertà dell’artista» ha specificato ancora Folonari. Ubi Fondazione Cab, che per «Mind The Gap» ha investito «oltre 100mila euro» ha già dato mandato al suo comitato scientifico - formato dai galleristi Massimo Minini e Chiara Rusconi (anche consigliera della Fondazione, «a cui va la nostra gratitudine per aver favorito l’incontro con l’artista» ha specificato ancora il presidente), dal collezionista Carlo Clerici e dal soprintendente del teatro Grande Umberto Angelini - di guardare al futuro. «Abbiamo già individuato alcuni artisti - ha anticipato il curatore Lo Pinto - che stanno visitando le stazioni per trovare il luogo adatto per esprimersi. Perché non si tratta di "decorare" uno spazio, ma di interpretarlo e renderlo "visibile"».
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