La crisi del Freccia Rossa: «Con l’apertura di Elnòs nel 2016 inizia il declino»
Non solo la pandemia, ma anche «eventi straordinari macroeconomici, non prevedibili», così li definisce il liquidatore del Freccia Rossa shopping centre, Giuseppe Gentile. Secondo la sua ricostruzione, in sostanza, la crisi del centro commerciale cittadino è iniziata alcuni anni prima.
«A partire dall’anno 2016 - scrive Gentili nell’istanza per la liquidazione giudiziale della società -, anche per effetto dell’inaugurazione, a pochi chilometri dal centro commerciale, di un nuovo grande shopping center (Elnòs Shopping), cui è seguita l’apertura, nel novembre 2018, di un altro centro commerciale (Nuova Flaminia) di dimensioni più piccole, ma ad ancor più breve distanza, la Società ha registrato un progressivo calo delle performance, situazione che è peggiorata nel primo semestre del 2018 quando la notizia della decisione di taluni importanti operatori di cessare i contratti di locazione e affitto d’azienda con la società ha innescato un inevitabile “effetto domino”, con progressiva risoluzione dei contratti in essere da parte di moltissimi altri operatori».
I vertici della società sono costretti a correre ai ripari e avviano un teso confronto con le banche creditrici (Unicredit, Mediocredito Italiano, Banca nazionale del lavoro e Ubi Banca), che porterà a un’intesa il 2 agosto del 2019. L’accordo con gli istituti di credito viene quindi ratificato dal Tribunale di Milano il 16 ottobre 2019 e prevede innanzitutto la realizzazione di importanti lavori di ammodernamento del centro commerciale e la prosecuzione dell’attività, modificando l’offerta alle tendenze di mercato. «Si era riscontrata una perdita di interesse nei confronti dei settori retail a vantaggio degli operatori attivi nei campi del food and beverage e del leisure (tempo libero, ndr)», annota Gentile.
Nel frattempo La Fenice diventa socio unico della Freccia Rossa shopping centre Spa, contestualmente a una serie di operazioni che rafforzano la solidità patrimoniale della società. L’accordo di omologazione della ristrutturazione del debito diventa efficace il 29 novembre 2019, ma poche settimane dopo scoppia l’emergenza sanitaria da Covid-19 e il progetto si blocca. Nel 2020 i ricavi si riducono del 65%, crollando a 4,8 milioni. «Il protrarsi delle conseguenze della pandemia anche nel 2021 ha ulteriormente aggravato la situazione» aggiunge il liquidatore. A questo punto la società chiede alle banche una revisione del piano, anche per consentire comunque gli investimenti previsti. Con questo obiettivo, la società anticipa la cessione del centro commerciale, mettendo sul mercato. Un’operazione che le consente di raccogliere due offerte non vincolanti, che però non andranno a buon fine. Anche perché nel frattempo le banche cederanno i loro crediti al Fondo Efesto e ad Altea Spv, che diventeranno inevitabilmente i due nuovi interlocutori della Freccia Rossa shopping centre Spa.
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