La chiave di lettura di quel che siamo (e saremo)

L'editoriale di Nunzia Vallini, direttore del GdB, inaugura la quinta edizione di Qualità della vita
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E cinque. Cinque report in scala provinciale sulla «Qualità della vita» che accanto al rigore scientifico dell’elaborazione statistica propongono chiavi di lettura del nostro «divenire». Con la quinta edizione della ricerca promossa dal nostro Giornale - e sostenuta da Ubi Banca - si rinnova quel patto con i lettori (ma anche telespettatori di Teletutto, radioascoltatori di Bresciasette e fruitori del nostro sito) che nelle iniziative del nostro Gruppo editoriale cercano e trovano spunti di riflessione, analisi e dibattito.

Perché per pianificare il domani devi necessariamente partire dalla conoscenza dell’oggi, meglio ancora se paragonato a ieri. Lo facciamo con le cifre: non per fare nostro il principio della filosofia pitagorica che identifica nel numero il principio di tutte le cose, ma perché siamo convinti che le cifre diano appunto «la misura» di quello che siamo e di come stiamo cambiando. Il modello non è nuovo (analoghe esperienze sono promosse da Il Sole 24 ore e Italia Oggi) ma a rendere questo Rapporto unico nel suo genere è la dimensione comunale: qui è il piccolo a fare statistica. E i fenomeni vengono analizzati su microscala.

Una sfida delicata, appassionante e coraggiosa affidata, anche quest’anno al ricercatore Elio Montanari: 38 i Comuni (5 dei quali prossimi alla soglia dei 10mila abitanti) interessati dall’indagine che prende in esame un territorio che ospita 721 mila abitanti, vale a dire oltre il 57% della popolazione bresciana. Restano invariati i sette ambiti tematici - popolazione, ambiente, economia e lavoro, tenore di vita, servizi, tempo libero e socialità, sicurezza - e il numero di indicatori, sei per ogni ambito. Con la novità, garantita dalla continuità della ricerca, dell’introduzione di un nuovo, prezioso elemento: il trend, che ci consente di tenere monitorati i cambiamenti e di leggere il divenire della vivibilità dei nostri territori.

Vale la pena ribadirlo: non è una gara tra i Comuni né si vogliono produrre pagellini, anche se poi la statistica inevitabilmente si traduce in un elenco con primi e ultimi posti. Ogni numero viene offerto ad analisi, contestualizzazione, comparazioni e discussioni. Anche contestazioni, se necessario. Ecco perché alla pubblicazione dei dati si affiancano - sin dalla prima edizione - le analisi della redazione (Claudio Venturelli, coordinatore del progetto, si è avvalso della collaborazione stabile di Enrico Mirani e Davide Bacca) oltre ai dibattiti territoriali dove il Rapporto viene sottoposto all'analisi (e alla critica) dei protagonisti della vita civile e culturale delle comunità coinvolte.

L’obiettivo è sempre lo stesso: aiutare il territorio a conoscere meglio se stesso e a raccontarsi, percorso essenziale per costruire (e non subire) il suo domani.

 

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