L’aria malata di Brescia alla Commissione Ue

L’eurodeputata Eleonora Evi ha depositato un'interrogazione sulla conformità delle misure per la tutela dell’aria
Brescia assediata da una cappa di smog
Brescia assediata da una cappa di smog
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L’aria malata di Brescia arriva sui banchi della Commissione Europea. Nelle scorse ore l’eurodeputata e portavoce nazionale di Europa Verde Eleonora Evi ha depositato un'interrogazione per sollecitare la Commissione a indagare sulla conformità delle misure adottate per la tutela della qualità dell’aria, della salute dei bresciani e dell’ambiente.

Europa Verde, Eleonora Evi
Europa Verde, Eleonora Evi
«Secondo la rivista scientifica Lancet Planetary Health, Brescia detiene il tasso di mortalità da particolato fine (PM 2,5) più alto in Europa»: questo l’allarme lanciato da Evi per motivare l’interrogazione. A farle eco è il portavoce dei Verdi-Europa Verde di Brescia Salvatore Fierro, che entra nel dettaglio: «Le misure anti-smog al momento in vigore sono del tutto inadeguate. Da una parte manca una generale strategia di coordinamento regionale, dall’altra le Amministrazioni locali hanno applicato le ordinanze in maniera troppo disomogenea. L’inquinamento dell’aria a Brescia e provincia provoca più di 1000 morti all’anno, con una media di tre vittime al giorno, secondo i dati elaborati dall’Ats di Brescia. Oltre ai decessi diretti vanno poi annoverati quelli correlati, causati da infarti - 200 ogni anno - senza dimenticare l’aumento delle patologie respiratorie, circa 4mila all’anno».

Ma l’analisi di Fierro tocca anche la gestione dell’imprenditoria e dei servizi pubblici in città: «La responsabilità maggiore è degli allevamenti zootecnici, tra le principali fonti di inquinamento, oltre al traffico e all’attività dell’inceneritore A2A. Inoltre bisogna incentivare il servizio di car-sharing che a Brescia non è mai partito, e lo smart working, evitando di far circolare ogni giorno 580 auto private che si spostano dal parcheggio sotterraneo di Piazza Vittoria».

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