Italia sempre più paese di single: a Brescia la famiglia media è di 2 persone
Con 2,28 componenti per famiglia, la provincia di Brescia è in linea con le medie regionale di 2,20 e italiana di 2,24. Il dato proviene dall’Istat e si riferisce al più recente anno disponibile, il 2021. Se lo si confronta con i precedenti, emerge una lievissima tendenza alla crescita: i componenti per nucleo erano 2,10 nel 2003 e 2,11 nel 2013.
Intanto, in base ai dati dell’ultimo censimento permanente della popolazione elaborati dal Sole 24 Ore, l’Italia sta diventando un Paese di single: non solo un cittadino su tre risulta solo per l’anagrafe, ma l’11% delle famiglie con figli sono monoparentali.
I dati nazionali
Più in generale, in Italia vivono sole 8,456 milioni di persone (soprattutto al nord dove sono 4,13 milioni, mentre 1,86 milione vivono al centro, 1,62 milione al sud e 845.630 nelle isole); e i nuclei con un unico genitore sono 2,73 milioni, anche in questo caso in prevalenza al nord (1,21 milione, al centro sono 625.336, al sud 593.004 e nelle isole 305.681).
Numeri destinati a crescere, secondo le previsioni demografiche al 2041 dell’Istituto di statistica, suscitando non poche preoccupazioni se si considerano non solo le comprensibili difficoltà di madri o padri soli ma anche la proporzionalità diretta tra felicità personale e rete di relazioni rilevata dall’Istat nelle indagini sul benessere economico e sostenibile.
Anziani e giovani
Si parla soprattutto di anziani soli, a fronte dell’aumentata longevità della popolazione che porta a vivere anche molti anni in uno stato di vedovanza o senza fratelli o sorelle: quasi la metà delle persone censite dall’Istat ha un’età dai 65 anni in più. Ma ci sono anche giovani che intraprendono un percorso di vita autonoma, magari spostandosi in città diverse da quelle d’origine per motivi di lavoro, come dimostra il fatto che, dopo cinque province ad alta incidenza di anziani (Trieste, Genova, Savona, Imperia e Aosta) sono Bologna, Milano e Roma a distinguersi per la presenza di single.
La classifica
Queste posizioni rientrano nella classifica prodotta dal Sole 24 Ore per «indice di solitudine», ovvero per incidenza di nuclei unipersonali sul totale delle famiglie. Tra le 107 province Italiane, Brescia si trova al sessantaseiesimo posto, con un indice del 35%, lontano dal 48,6% di Trieste che occupa il primo posto e di non molto superiore al 33,4% nazionale cui invece è vicinissima Bergamo col suo 33,8%.
La nostra provincia, quindi, non compare in nessuna delle «top ten» relative a giovani soli (prima Savona, seguita da Trieste e Genova), adulti soli (Trieste, Genova e Bologna) e anziani soli (Milano, Roma e Aosta). Ma questo non significa che Brescia sia fuori dal fenomeno registrato dal Sole 24 Ore: quel 2,28 di componenti in media per famiglia dice qualcosa sui 545.421 nuclei censiti nel 2021.
La riflessione
Lo conferma il professor Camillo Regalia, ordinario di Psicologia sociale della famiglia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Centro di Ateneo Studi e ricerche sulla Famiglia; ma, nello stesso tempo, avverte che bisogna andare oltre i dati e le categorie, pur utili come punto di partenza, interrogandosi sul loro reale significato, ovvero sulla quantità e la qualità dei legami che comunque possono avere le persone che vivono sole. La domanda, insomma, è: alla solitudine anagrafica corrisponde davvero una solitudine relazionale? Perché, dice lo studioso, «è quest’ultima che deve allarmare: nessun uomo è un’isola».
Certo l’assottigliamento delle famiglie pone «prospettive problematiche in un Paese come l’Italia che sulle famiglie conta per quanto riguarda il Welfare». Viceversa, «in Italia più che altrove la struttura familiare complessiva regge ancora: anche la pandemia ha dimostrato, accanto a difficoltà interne, che la famiglia resta una grande risorsa».
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