Intercultura porta il mondo in famiglia: cercansi nuove case

A Brescia si conclude l’esperienza di sei ragazzi. Al via oggi un meeting
Alcuni ragazzi di Intercultura: si cercano famiglie disponibili per la prossima edizione -  © www.giornaledibrescia.it
Alcuni ragazzi di Intercultura: si cercano famiglie disponibili per la prossima edizione - © www.giornaledibrescia.it
AA

Fare esperienze di Intercultura «è come avere tanti figli dall’altra parte del mondo». Lo sa bene Anna Rita Marini che di studenti, negli anni, ne ha ospitati tredici: «Quando dopo mesi ti chiamano mamma - racconta - capisci che la tua famiglia è cresciuta non solo numericamente, ma anche nel cuore». Ora nella sua vita c’è Chun Hei, un ragazzo di Hong Kong che qui si fa chiamare Kelvin.

È arrivato a Brescia a settembre col progetto Intercultura insieme ad altri cinque giovani: la giapponese Maria e la polacca Anna che hanno trovato ospitalità da due famiglie rispettivamente di Rezzato e Travagliato e frequentano il Canossa Campus; Alina, arrivata dalla Russia e iscritta al Lunardi, e Nattapat che è thailandese, abita a Concesio e frequenta il Calini.

La torta della luna

La loro avventura in Italia si sta concludendo: il 9 luglio ripartiranno, ma prima parteciperanno a due meeting, previsti alla Casa dell’ospite di via Lazzaretto, in città, insieme ai coetanei accolti in altre province lombarde. Il primo si terrà questo weekend, il secondo dal 17 al 19 giugno.

Entrambi sono un’occasione per fare il bilancio dell’esperienza, prepararsi alla fase di riadattamento e comprendere la portata, in termini di competenze, di quanto vissuto lontano da casa. Per Kelvin, ad esempio, «sono stati mesi molto impegnativi - racconta Anna Rita, la donna che l’ha ospitato e che, oltre a essere una ex borsista di Intercultura ora è la responsabile del progetto di volontariato in Lombardia -. I primi tempi non sono stati facili: abituato a regole e schemi, ha dovuto imparare a muoversi in una cultura occidentale. Inizialmente, ad esempio, a tavola non parlava con gli adulti perché nella realtà in cui vive i giovani non possono farlo».

Superati questi ostacoli, l’esperienza si è rivelata arricchente per i bresciani e per Kelvin: «Ho legato tantissimo con la famiglia che mi ha accolto - dice lui -: sapevano che da me, in autunno, c’è una festa che si celebra con la torta della luna e sono andati in un mercato asiatico a comprarla: stavo da loro da una settimana ed è stato un gesto stupendo. Anche a scuola, al Copernico, mi sono trovato benissimo».

A settembre altri 500 giovani arriveranno in Italia. Intercultura cerca famiglie bresciane disposti ad accoglierli. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia