Inizia la stagione per 20mila cacciatori bresciani

Dopo la preapertura, oggi via libera alle battute in tutto il territorio, tra qualche polemica sulle limitazioni
Cacciatori con una muta di segugi prima di una battuta alle lepri - Foto © www.giornaledibrescia.it
Cacciatori con una muta di segugi prima di una battuta alle lepri - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dopo mesi a oliare le doppiette, gli oltre 20mila cacciatori bresciani da oggi potranno godersi l’apertura della stagione venatoria in tutta la Lombardia, dopo la preapertura dei giorni scorsi.

Seguiranno le aperture in zona A nei Comprensori Alpini e la caccia al cinghiale in braccata. Quest’anno la Regione ha avviato una Valutazione di incidenza ambientale (Via) su tutto il calendario. «Un atto non dovuto, ma che abbiamo fatto uniformandoci anche alle indicazione di Ispra e che rafforza il nostro Calendario davanti ad ipotetetici ricorsi che in democrazia va bene che ci siano» spiega l’assessore regionale Fabio Rolfi.

In parallelo sono uscite le disposizioni del Calendario riduttivo («Un atto di competenza della Regione, come ogni anno» dice ancora Rolfi), che incidono sui prelievi di allodola, pavoncella, quaglie, moretta, tortore, moriglione e pernice bianca. Per il «combattente» la caccia è sospesa. «L’Ispra si è pronunciato nelle scorse settimane per limitare la caccia tortora, tordo e pavoncella, ma grazie alla Valutazione di incidenza ambientale eseguita, abbiamo potuto arginare il problema», prosegue Rolfi. Si dice soddisfatto anche Marco Bruni, presidente di Federcaccia provinciale: «Verrà pubblicato in un secondo momento il decreto per le giornate integrative da capanno fisso. Sapremo più avanti se verranno concesse una o due giornate integrative, anche se ci riuscirebbe difficile comprendere una limitazione da Ispra di una sola giornata, visto il costante calo dei cacciatori e quindi anche dei capannisti».

La Regione riferisce due giorni integrativi. Va poi detto che quest’anno per la stesura del calendario il Pirellone non ha fatto riferimento alla legge regionale 17/2004 ma ha adottato il provvedimento con delibera, ovvero con atto amministrativo. Questa scelta si è resa obbligata dopo vari pronunciamenti dei tribunali, non ultimo quello del Tar di ottobre, esponendosi al rischio di ricorsi per presunte irregolarità.

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