Influenza: assalto al Pronto soccorso pediatrico

Un “record” che ha superato i 150 accessi al giorno: troppi i piccoli pazienti che arrivano in ospedale, quasi tutti senza vera emergenza
"ASSALTO" AL PRONTO SOCCORSO
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Un “record” che ha superato i 150 accessi al giorno, quando la media stagionale è di un centinaio circa: troppi i piccoli pazienti che, negli ultimi giorni, al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale Civile, e quasi tutti per “urgenze” che urgenze non sono.

A lanciare ai genitori un monito a valutare altre possibilità prima di recarsi in pronto soccorso il direttore Alberto Arrighini, che ricorda come l’affollamento nelle sale d’aspetto, oltre a risolversi nella maggior parte dei casi in una perdita di tempo può affaticare il sistema dell’emergenza, oltre ad aumentare il rischio di ammalarsi sul serio.

Come distinguere, allora, i segni di disturbi che quindi richiedono di portare i bambini immediatamente al pronto soccorso da altri che si possono risolvere in modo “casalingo”? “In linea generale – spiega il dott. Alberto Arrighini - bisogna chiedersi: “come sta il bambino?”. Se dopo un periodo di malessere torna come prima non ci si deve preoccupare. Se, invece, anche una volta passati i disturbi non ha energie bisogna fare accertamenti”.

Quanto a frequenza al primo posto ci sono i disturbi gastrointestinali: “I genitori devono tenere idratati i bimbi con soluzioni di acqua, sali e zuccheri somministrate a piccole dosi. E tenere monitorato il peso. Se diminuisce il bambino va portato in ospedale”.

In presenza di febbre, invece, “si può somministrare un antipiretico e controllare la situazione. Infine, in caso di insufficienza respiratoria (è molto diffusa la bronchiolite) bisogna tenere controllata la frequenza del respiro e l’affaticamento. E se il bimbo è molto piccolo e mostra inappetenza deve essere sempre visto dal medico con urgenza”.

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