Incidenti sul lavoro: nel Bresciano oltre 63 denunce di infortuni al giorno
Di lavoro si soffre, ci si ammala e si muore. Più di prima. Ogni giorno nel Bresciano viene denunciata una media di oltre 63 infortuni. Una crescita esponenziale rispetto all’anno scorso, superiore a quella registrata in Lombardia e in Italia. Nei primi cinque mesi del 2022 le segnalazioni di incidenti all’Inail sono state 9.540 contro le 5.545 del 2021: un +72% che fa impressione. Nello stesso periodo le malattie professionali denunciate sono cresciute di oltre il 52%, passando da 163 a 251. Le morti bianche sono invece diminuite, calando da 17 a 13; tuttavia, per la prima volta, Brescia ha superato Milano nel triste primato dei lutti.
I numeri
«I numeri dei morti sul lavoro in Lombardia e nella nostra provincia sono tornati ai livelli di quindici anni fa, che speravamo di non toccare più», commenta Roberto Valentini, presidente dell’Anmil di Brescia (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro). «Gli incidenti sul lavoro sono un’emergenza senza fine». Intanto dobbiamo aggiornare la contabilità del dolore. I dati forniti dall’Anmil sono quelli più recenti certificati dall’Inail. I morti sono diventati quattordici. Sabato 16 luglio un autista ha perso la vita folgorato nel cantiere dell’Alta velocità a Calcinato. In Italia, nei primi 150 giorni del 2022, si sono contate 364 vittime, -16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma in Lombardia sono aumentate del 10%, da 56 a 62. Anche ieri, nel Lecchese, un operaio è deceduto, folgorato.

Quali infortuni?
La tipologia degli infortuni mortali, sottolinea Valentini, è ripetitiva: in agricoltura gli schiacciamenti per il ribaltamento del trattore, in edilizia le cadute dall’alto, nell’industria la movimentazione dei mezzi, poi ci sono gli incidenti stradali degli autotrasportatori. «Manca ancora una vera cultura della sicurezza», dice Aristide Peli, operatore dello Sportello lavoro e dell’Irfa (l’Istituto di riabilitazione e formazione dell’Anmil). Il quale annuncia che a settembre partirà un progetto di collaborazione specifica con le scuole, «perché è da lì che bisogna cominciare». L’aumento degli infortuni è legato alla forte ripresa delle attività dopo la pandemia, «accompagnata - dicono all’Anmil - da un calo di attenzione verso le norme di sicurezza». Non solo. «Rispetto ad alcuni anni fa i controlli nelle aziende sono diminuiti», commenta il presidente Valentini. «Mancano gli ispettori». Un’altra lacuna «che registriamo - aggiunge Peli - è lo scarso dialogo fra i lavoratori. Invece lo scambio di consigli ed opinioni sarebbe utile per evitare situazioni di rischio».

Malattie professionali
Rispetto al passato, negli ultimi anni c’è stata una forte crescita delle denunce di malattie professionali. Una esplosione, che secondo l’Anmil ha due ragioni. «L’Inail - dice Valentini - ha sollecitato i medici di base a verificare l’esistenza di patologie legate al lavoro». In secondo luogo l’incidenza del Covid sugli operatori della sanità. Nel Bresciano un terzo delle denunce è legata proprio a questa tipologia, mentre il 40% riguarda incidenti stradali che coinvolgono autotrasportatori.SocietàEmergenza continua
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