Il treno all’incontrario va: oggi è peggio del '65

E' un altro schiaffo ai pendolari che si son visti sopprimere dalla Regione Veneto treni che non siano Frecce incaricate di coprire le lunghe distanze. Ma, visto il raffronto con gli orari del 1965 (1965!), tant'è.
Rispetto a 48 anni fa, oggi andare da Brescia alla Stazione Centrale di Milano richiede più tempo. Negli anni Sessanta il treno espresso delle 8.02 alle 8.55 era in Centrale. Per il ritorno, bastavano 50 minuti con il treno delle 16.55, annunciato a Brescia per le 17.45 e su performance analoghe si posizionava l’espresso delle 20.10, con arrivo alle 21.02. Oggi, invece, nessun treno, di quelli accessibili con il biglietto d’andata a 7 euro, scende al di sotto dell’ora e quattro minuti tra Brescia e Milano.
Nella primissima mattinata del '65 erano gli «accelerati» e i «diretti» a coprire il fabbisogno, in tempi non tanto dissimili da quelli del servizio locale di oggi. Partendo con il diretto alle 6.51 o alle 7.01 si arrivava rispettivamente a destinazione alle 8.15 e alle 8.22.
Oggi l’orario è ben più fitto e qualche corsa in aggiunta sarebbe ancora auspicabile, per un’utenza notevolmente cresciuta e più o meno rassegnata alle lentezze dell’orario e ai ritardi consueti. I mattinieri in partenza alle 4.32 arrivano a Lambrate alle 5.52, ma un’ora e venti spesso non bastano, dice chi se ne serve. «Fosse almeno puntuale» commentano gli habitué del 2088 che partendo alle 7.27 non hanno la certezza di arrivare alle 8.28 a Lambrate e alle 8.35 in Centrale. Al ritorno, un ritardo di 15-20 minuti è considerato «sistematico» per il treno delle 18.15 a causa di un paio di fermate abituali per lasciare via libera alle Frecce.
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