Il sindaco di Flero: «Bimbi migranti senza famiglia, se arrivassero spesa insostenibile»

«Da un lato dalla Prefettura ci scrivono che gli ospiti del centro di smistamento flerese saranno al massimo da 20 a 25 persone, nei fatti in due giorni hanno già condotto sul nostro territorio 29 persone, oltre quindi le previsioni. E la matematica non è un’opinione.
Mi astengo dunque da qualunque commento come ho fatto sino ad ora, ma rimarco che anche dalla Prefettura devono onorare quanto stabilito in fase di definizione del progetto ed essere conseguenti. Peraltro a ora sono solo due i minori accompagnati, ma è certo che nel caso ce ne fossero di non accompagnati, i costi della loro permanenza sul territorio sarebbero a carico dei servizi sociali del nostro Comune per circa 100 euro al giorno. Noi questi soldi non li abbiamo a bilancio e non li abbiamo neppure previsti e men che meno abbiamo come a Brescia A2A che produce utili a cui si possa attingere. Come faremo a far fronte a questa emergenza che diventa quindi per noi strettamente finanziaria?».
Il sindaco di Flero, Pietro Alberti, rilancia il tema dell’accoglienza e della presenza imposta del Centro di smistamento dei profughi di via Lana. «Non condivido la battaglia che molti sindaci di centrosinistra stanno chiaramente facendo sul tema per far guerra al governo Meloni, ma il pensiero ovviamente va all’emergenza umanitaria ma anche all’ipotesi in cui dovessero essere portati nel centro flerese dei minori non accompagnati non saremmo in grado di far fronte alle loro necessità».
In soldoni il calcolo è presto fatto: «Ogni minore costerebbe 3mila euro al mese, ovvero 36mila all’anno. Cinque minori costerebbero 150mila euro che dovremmo anticipare alle competenze statali in vista di un ipotetico rimborso... Spero sia chiaro il nostro imbarazzo davanti comunque ad una decisione che non abbiamo condiviso ma che è stata presa autonomamente dal Broletto».
Mentre dal Comune di Flero si attende che «il Prefetto torni dal periodo di ferie» gli amministratori valutano il da farsi mentre in paese sembra crescere la sensibilità sul tema. «Confermo che alcune attività dell’area artigianale flerese hanno già espresso preoccupazione per la presenza di persone che nulla hanno a che fare con le attività produttive svolte.
In questo caso il loro interlocutore è effettivamente il Comune ma dal canto mio posso solo garantire che rinnovo il nostro impegno alla vigilanza e all’attenzione, ma che la misura adottata per l’accoglienza è solo temporanea e che ci è stato garantito che in due mesi il problema si risolverà. Sperando ovviamente che non sia come la storia dei 20 o 25 ospiti già diventati a oggi quasi trenta. Anche perché francamente non ci sto ad essere preso in giro. Da nessuno».
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