Il prezzo del caldo: per ogni mese estivo cento decessi in più rispetto alla media

L’effetto delle condizioni climatiche estive estreme sulla mortalità costituisce un rilevante problema di sanità pubblica. Tanto che, nei periodi più caldi, il numero di decessi è superiore a quelli attesi sulla base di una media relativa a un periodo di riferimento di cinque anni (dato atteso).
Da questo Sistema di Sorveglianza della mortalità giornaliera del ministero della Salute emerge che per il 2023 l’andamento della mortalità è in linea con l’atteso non solo a Brescia (Comune che invia ogni giorni i dati per permettere una valutazione tempestiva della situazione), ma anche nel resto del Paese. Del resto, fino a pochi giorni fa non si sono registrate eccessive ondate di calore e il caldo è arrivato gradualmente, fino all’allerta delle ultime giornate.
L’estate bollente
Il quadro cambia con la lettura dei dati dell’estate 2022. Nel Comune di Brescia, nel periodo 16 maggio-16 settembre 2022, il sistema ha registrato un eccesso di mortalità del 14% (571 decessi osservati contro i 500 attesi, pari a 71 in più). I dati, relativi a tutto il territorio dell’Agenzia di tutela della Salute di Brescia, elaborati a cura del Servizio di Epidemiologia diretto da Giovanni Maifredi, confermano un eccesso di mortalità del 9% in maggio e del 17% in luglio. Lo stesso dottor Maifredi sottolinea, tuttavia, che «è spesso difficile stabilire un nesso di causa tra un decesso e l’aumento delle temperature, non disponendo di dati clinici sui singoli decessi».
Non causa, ma correlazione
Ancora: «È più corretto parlare di morti correlate al caldo cui giocano un ruolo importante altre condizioni tra cui l’età avanzata, il numero di patologie croniche e le condizioni socio-economiche svantaggiate». Dunque, possiamo dire che le ondate di caldo eccessivo non sono la causa principale delle morti in eccesso rispetto alle attese, ma che esiste di certo una forte correlazione tra i due eventi analizzati. È stato osservato ad esempio, che le persone che vivono nelle città hanno un rischio maggiore di mortalità in condizioni di elevata temperatura (ed umidità), rispetto a coloro che vivono in ambiente sub-urbano o rurale. Un fenomeno che è denominato «effetto isola di calore urbana».

Lo studio
La conferma di questo «rischio maggiore» la si ha dai dati analizzati. Abbiamo visto che nel comune di Brescia, nell’estate del 2022, si sono registrati 71 decessi in più. In tutta la nostra provincia sono stati 336, dato che si desume partendo da quello nazionale contenuto in uno studio condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale, effettuato in collaborazione con l’Istituto nazionale della salute francese e appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica «Nature Medicine». In tutta Italia, tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022, lo studio stima che vi siano stati 18.010 decessi correlati al caldo, pari a 295 ogni milione a fronte dei 114 della media europea.
Donne più fragili
L’analisi epidemiologica indica anche una maggiore vulnerabilità femminile: si stima, infatti, che il 63% in più di donne rispetto agli uomini sia morto a causa del caldo, con l’incidenza più alta nella regione mediterranea. Il rapporto sottolinea, anche, come l’estate scorsa sia stata la più calda mai registrata in Europa, caratterizzata da un’intensa serie di ondate di calore, siccità e incendi boschivi da record.
Si legge nello studio: «A livello globale, gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati e il 2022 è stato il quinto anno più caldo. In questo contesto, l’Europa emerge come un importante punto caldo dato che il riscaldamento dai livelli preindustriali è superiore di quasi un grado centigrado rispetto al corrispondente aumento globale e superiore a quello di qualsiasi altri continente. Le proiezioni sui cambiamenti climatici per il continente indicano che le temperature e i loro impatti sulla salute aumenteranno a un ritmo accelerato a meno che non vengano messe in atto forti azioni di mitigazione e adattamento».
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