Il palazzo delle Poste diventa uno spazio per eventi e coworking

È rimasto in vendita per anni, senza che l’operazione sia mai andata in porto. Ora il palazzo delle Poste di Piazza Vittoria potrebbe diventare il modello di un nuovo progetto nazionale che prevede di trasformare gli immobili storici di Poste Italiane nella più grande rete nazionale di spazi di coworking: 250 «Spazi per l’Italia», questo il nome del progetto, con oltre 5mila postazioni di lavoro, spazi per riunioni, servizi digitali, aree dedicate a eventi e formazione. Un piano messo a punto da Poste Italiane e inserito dal Ministero dello Sviluppo Economico nel Recovery Plan sotto la voce Transizione 4.0 per la digitalizzazione e l’innovazione della Pubblica Amministrazione.
Il Palazzo di Brescia si presta bene a questa trasformazione. Si tratta di un edificio storico, realizzato nel 1933 su disegno di Marcello Piacentini, come del resto l’intera piazza Vittoria. Situato nel cuore cittadino, a due passi dalla fermata della metropolitana, oggi ha ampi spazi inutilizzati. L’ala orientale (a destra nell’entrare) è di fatto chiusa. Senza contare che l’edificio si sviluppa per ben 8.100 metri quadrati, tre piani più il livello terra e un seminterrato. Gran parte di quei volumi non servono più. Nel 2008 e poi nel 2012 Poste aveva tentato la vendita. Ma offerte interessanti non sono mai arrivate. Così ora quegli spazi si candidano a ospitare nuovi servizi.
Non a caso, nel dare notizia del nuovo Piano, sulla propria rivista «Postenews», la società controllata da Cassa depositi e prestiti e Ministero dell’Economia ha scelto proprio la facciata dell’edificio di piazza Vittoria per mostrare una possibile ricostruzione di come saranno contraddistinti i palazzi dedicati al coworking: ai lati due grandi manifesti verticali con la scritta «Spazi per l’Italia. La rete nazionale per la formazione e il coworking di Poste Italiane» con il richiamo al Next Generation dell’Ue.
«Gli spazi diventeranno un punto di riferimento diffuso per i lavorarori e gli studenti che sempre più, anche nell’era post-pandemia, lavoreranno e studieranno in modalità smart e avranno dunque bisogno di luoghi di socialità lavorativa e cognitiva» spiegano da Poste Italiane. «Poste metterà a disposizione 250 immobili di pregio - del valore stimato di 140 milioni di euro - spiega il condirettore generale di Poste Giuseppe Lasco -. Il progetto prevede la realizzazione di 20 grandi siti (da 500 mq a 2.000 mq) e 230 di minori dimensioni (tra 100 e 200 mq), distribuiti in 149 Comuni, selezionati tra i capoluoghi di Provincia e altri centri medio-grandi, distretti industriali e ambiti di alto valore archeologico e culturale. Tutti gli spazi saranno interconnessi tra loro e costituiranno un’unica rete digitalizzata e smart. I fruitori (cittadini, professionisti, studenti, start-up e piccole e medie imprese) potranno utilizzare tutti gli spazi della rete. L’obiettivo è realizzare la rete di coworking più diffusa, digitalizzata, accessibile e immediatamente disponibile del Paese - continua Lasco - con oltre 5.000 postazioni di lavoro, con tariffe di accesso basate sul mero ristoro dei costi vivi».
Va detto che «Spazi per l’Italia» è solo uno dei due pilastri di un progetto più ampio dal titolo «Polis - case dei servizi di cittadinanza digitale» che in tutto vale 1.120 milioni di euro. Di questi 800 fanno parte del pacchetto di risorse nazionali complementari del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), mentre 320 saranno messi da Poste Italiane. Obiettivo di Polis è «promuovere la coesione economica, sociale e territoriale» accelerando «la trasformazione digitale del settore pubblico» si legge sulla scheda del progetto approdata in Senato. «Spazi per l’Italia», che avrà costi tutto sommato contenuti (120 milioni), sostenuti per lo più da Poste. E lo «Sportello Unico» che ha l’obiettivo di dotare i cittadini residenti nei comuni più piccoli di un punto di accesso fisico per la fornitura di tutti i servizi digitali della Pubblica Amministrazione.
L’intervento coinvolge 4.800 uffici postali in 4.764 Comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti. Questi uffici verranno radicalmente trasformati e «dotati di una infrastruttura tecnologica e digitale»: 3mila Atm evoluti, 4.800 postazioni self-service (totem), 4.800 lockers accessibili h24 per la consegna di pacchi e altri beni, 4.800 vetrine informative interattive, 5mila colonnine di ricarica per veicoli elettrici, 1.000 impianti fotovoltaici, 4.800 sistemi di smart builinding e monitoraggio ambientale. I tempi dovrebbero essere serrati: lavori al via nel primo trimestre del 2022 mentre l’intero piano dovrà essere completato entro il 2026 (si stima entro luglio), come del resto tutto il Recovery Plan.
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