Il nuovo dg dell'Asst Spedali Civili, Luigi Cajazzo: «Così ristrutturerò l'ospedale»
A due settimane dall’assunzione dell’incarico, parte delle quali trascorse ancora in un clima vacanziero, il dossier della megaristrutturazione dell’Ospedale Civile è sul suo tavolo, in attesa di confronti tecnici con la Regione.
Luigi Cajazzo, neodirettore generale dell’Azienda sociosanitaria territoriale Spedali Civili, non si sottrae alla domanda. Anzi. Ritiene che quella dell’edilizia sanitaria sia «una grande sfida», sia per gli interventi ancora da programmare, sia per quelli ormai ai blocchi di partenza. Ma non può essere «la sola sfida» per un ospedale qual è il Civile. Dunque, sì alla valutazione di nuovi e all’avvio di attesi interventi edilizi, ma anche sì alla continuità di grandi sfide che incidono sull’accoglienza e la cura dei malati. Tra queste, ricordiamo l’attivazione del Comprehensive Cancer Center.
Cajazzo è al lavoro, l’agenda fitta di incontri per entrare nel corpo e nell’anima di un azienda che ha 7.000 dipendenti, 1.550 posti letto attivi, 62 reparti di ricovero, quattro presidi ospedalieri e oltre cinquanta articolazioni territoriali.

Direttore, quali le sue prime impressioni su uno dei più grandi ospedali della Lombardia?
Ho assunto l’incarico con orgoglio e determinazione, nella consapevolezza che l’Asst Spedali Civili è sicuramente un elemento portante del Servizio sanitario pubblico, sia per le sue rilevanti dimensioni sia per l’alta qualità dei servizi che offre alla comunità. Ho avuto modo, nei giorni scorsi, di visitare diversi reparti e di conoscere molti professionisti: la sensazione è che vi sia altissima competenza unita ad una grande umanità. Da alcuni colloqui con rappresentanti istituzionali e semplici cittadini, ho colto anche il grande amore che Brescia e tutto il territorio nutrono nei confronti di questo ospedale. Porrò impegno e energie affinché esso possa crescere nel ruolo di ospedale di riferimento, con il concorso dell’Università con la quale ho già un dialogo proficuo.
Quali sono gli obiettivi che si pone per i prossimi tre anni alla direzione dell’Asst?
Il primo obiettivo, in attesa di entrare ancora di più nella vita del Civile, è quello di intessere un legame forte con tutti i professionisti che operano all’interno dell’azienda e fin dai primi giorni ho avviato incontri con tutti i Dipartimenti. È chiaro che uno degli obiettivi prioritari sarà il potenziamento della continuità assistenziale, con un ponte solido tra ospedale e territorio e in una logica di sinergia di rete con gli altri erogatori, primi tra tutti i medici di medicina generale, che assicuri la continuità del percorso di cura nell’ambiente più adeguato. La centralità del paziente può divenire concreta solo se non smettiamo mai di chiederci di cosa ha bisogno, nella fase acuta e in quella post-acuta della malattia. Dunque, il rapporto di cura sarà il nucleo principale sul quale la direzione si concentrerà. Poi, certo, innovazione tecnologica, ricerca, gestione operativa, processi amministrativi: tutti elementi portanti che, però, non hanno anima se non pongono al centro l’unica vera ragione della nostra missione, il paziente.
Altra grande sfida è la prevenzione. In un momento in cui la sostenibilità del sistema è sotto pressione, non possiamo trascurare che il 70% della spesa sanitaria è assorbito dal 30% dei pazienti con malattie croniche e che, come dimostrato da studi autorevoli, una più incisiva attività di prevenzione potrebbe comportare un risparmio di oltre il 20% dell’attuale spesa sanitaria, evitando l’insorgere, o il riacutizzarsi, di molte patologie.
Tra i problemi da risolvere, nell’immediato quelli che più pesano sui cittadini sono i tempi di attesa e la situazione dei Pronto soccorso.
Sto ancora valutando, con i miei direttori, i dati delle singole strutture aziendali per comprendere i possibili margini di miglioramento. Quella dei tempi di attesa è una sfida nazionale, e non solo. La Lombardia ha investito su questo chiedendo, soprattutto dopo la pandemia, uno sforzo significativo nel recupero di tante prestazioni non evase. E il sistema ha risposto con risultati di tutto rispetto. Il Centro unico di prenotazione regionale sarà un ulteriore passo in avanti. Credo, però, che ora il tema quantitativo vada affiancato da una reale presa in carico dei pazienti. Se, come dicevo, le prestazioni sono rivolte al 30% di cronici, un lavoro reale di "accompagnamento" del paziente nel suo percorso di cura, soprattutto dopo la fase acuta, può portare a significativi risultati sulle liste d’attesa. Lo stesso per i Pronto soccorso, essendo stata pienamente dimostrato che gli accessi impropri diminuiscono quando funziona la presa in carico e vi è aderenza terapeutica.
E arriviamo alla sfida edilizia, della quale tanto si è annunciato e tanto discusso.
Sto prendendo gradualmente visione dei principali dossier in tema di edilizia sanitaria. Interventi che riguardano l’ospedale, ma anche l’ambito territoriale con i progetti finanziati dal Pnrr. Sarà mia cura approfondire in dettaglio ogni progetto per valutarne l’impatto nei termini di miglioramento delle nostre capacità assistenziali. Tengo però a sottolineare un concetto che mi sta molto a cuore: sicuramente la progettazione e la costruzione di nuove strutture è importante, ma lo è ancor di più l’elaborazione di nuovi processi di lavoro che migliorino l’efficacia e l’efficienza delle nostre azioni. Il Sistema sanitario ha bisogno di innovarsi, di realizzare nuovi percorsi che mettano in rete gli attori e che creino valore aggiunto. Brescia, in questo, rappresenta un territorio molto fecondo. Nell’anno che ho trascorso in Franciacorta ho potuto sperimentare un modello virtuoso, grazie anche al fattivo ed efficace coordinamento dell’Ats e alla collaborazione, sempre costruttiva, degli enti locali, della medicina generale e di un volontariato dal cuore grande.
Direttore, il Civile è l’ospedale della città. Come vede il rapporto con la società civile?
L’amore del territorio verso la nostra azienda non può che essere ripagato da un dialogo costante e collaborativo con le istituzioni e la società civile. Ho già sentito la sindaca Laura Castelletti che incontrerò nei prossimi giorni. Vedrò anche i sindaci di Montichiari e di Gardone Val Trompia dove ci sono due nostri presidi. Ascolterò gli altri sindaci del territorio, così come tutte le componenti sociali, dall’imprenditoria (che so essere generosa verso il Civile), al terzo settore, ai sindacati con i quali, ne sono certo, si instaurerà una rapporto di proficua collaborazione. La mia disponibilità all’ascolto è massima, ovviamente nel rispetto dei ruolo e delle responsabilità di ciascuno.
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